Le dipendenze comportamentali nella Generazione Z: uno studio epidemiologico

Le dipendenze comportamentali nella Generazione Z: uno studio epidemiologico

Lo studio è stato realizzato tra il 2022 e il 2023 dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità.

Si tratta di uno studio epidemiologico su alcune Dipendenze comportamentali nella Generazione Z (11-17 anni) in correlazione con percezioni e competenze genitoriali.

L’obiettivo generale degli studi epidemiologici è stato quello di stimare la diffusione di alcuni comportamenti a rischio di insorgenza di dipendenze comportamentali, quali Social Media Addiction (SMA), Internet Gaming Disorder (IGD), Food Addiction (FA), e monitorare la tendenza al ritiro sociale nella popolazione scolastica.

In totale sono stati raccolti 10.181 questionari: 4.140 nelle scuole secondarie di I grado e 6.041 nelle scuole secondarie di II grado.

SOCIAL MEDIA ADDICTION (SMA):

Definizione: dipendenza comportamentale caratterizzata da un bisogno incontrollabile di accedere a informazioni o veicolare dei contenuti propri verso terzi, in una maniera talmente tanto compulsiva da compromettere gli altri ambiti di vita quotidiana.

Prevalenza media nazionale 11-17 anni = 2,5%

Prevalenza 11-13 anni = 2,2%

Prevalenza 14-17 anni = 2,7

Prevalenza maggiore nel genere femminile in entrambe le classi d’età:

11-13 anni = 3,1%

14-17 anni = 5,1%

 

INTERNET GAMING DISORDER (IGD)

Definizione: uso persistente e ricorrente di Internet per partecipare a giochi, spesso con altri giocatori, che porta a compromissione o disagio clinicamente significativi per un periodo di 12 mesi.

Prevalenza media nazionale 11-17 anni = 12%

Prevalenza 11-13 anni = 14,3% 

Prevalenza 14-17 anni = 10,2% 

Prevalenza maggiore nel genere maschile in entrambe le classi di età:

11-13 anni = 18%

14-17 anni = 13,8%

 

FOOD ADDICTION (FA)

Definizione: comportamento alimentare che comporta il consumo eccessivo di alimenti specifici, altamente appetibili (cioè cibi ricchi di sale, grassi e zuccheri) in quantità superiori al fabbisogno energetico omeostatico.

Prevalenza media nazionale 11-17 anni = 28,8%

  • FA lieve = 13,1%
  • FA moderata = 6,4%
  • FA grave = 9,3%

Prevalenza 11-13 anni = 26,4%

  • FA lieve = 13,5%
  • FA moderata = 5,8%
  • FA grave = 7,1% 

Prevalenza 14-17 anni = 30,6%

  • FA lieve = 12,7% 
  • FA moderata = 6,9% 
  • FA grave = 11% 

Prevalenza per ogni livello di rischio maggiore nel genere femminile in entrambe le classi di età:

  • FA lieve: 11-13 anni = 16,1% ; 14-17 anni = 16,3% 
  • FA moderata: 11-13 anni = 6,3% ; 14-17 anni = 10,5%
  • FA grave: 11-13 anni = 10,3% ; 14-17 anni = 17,1%

 

RITIRO SOCIALE

Definizione: nella sua manifestazione più estrema è conosciuto come Hikikomori e descrive un disturbo che colpisce principalmente adolescenti o giovani adulti che vivono a casa dei genitori, chiusi nelle loro camere da letto per giorni, mesi o addirittura anni, isolati dal mondo; solitamente rifiutano la comunicazione con l’esterno e in casi estremi anche con la loro famiglia, usano Internet in maniera compulsiva e si attivano solo per affrontare i loro bisogni fisici primari.

Prevalenza media nazionale della tendenza al ritiro sociale (ultimi sei mesi) = 1,6%

Prevalenza 11-13 anni = 1,8%

Prevalenza 14-17 anni = 1,6%

Prevalenza della tendenza al ritiro sociale maggiore nel genere femminile per entrambe le classi di età:

11-13 anni= 1,9% 

14-17 anni = 2,4%

 

Lo studio prende anche in considerazione la percezione dei genitori rispetto ai fenomeni che interessano i loro figli.

Infine un richiamo anche ai decisori politici per sottolineare loro la necessità di:

– Potenziare e supportare i servizi per i disturbi del neurosviluppo e della salute mentale per poter rispondere all’emergenza già in atto: capillarità di servizi nel territorio nazionale, formazione continua del personale;

– Investire sul monitoraggio della popolazione, lo studio dei fattori di rischio e protezione e lo sviluppo di strategie di prevenzione e intervento efficaci;

– Sensibilizzare le agenzie educative a comprendere i cambiamenti culturali, riconoscere i segnali precoci di disagio ma anche riconoscere le risorse che i giovani e le giovani possono allenare e sviluppare maieuticamente e soprattutto saper tenere aperta la comunicazione bidirezionale con il mondo delle nuove generazioni;

– Proporre un futuro desiderabile e possibile.

L’analisi del contesto socio-culturale spinge a riflettere su connessioni in forte correlazione con le tematiche proposte da questa ricerca: la povertà educativa di alcuni territori che consente sempre più allo “spazio virtuale” di sostituirsi allo “spazio sociale” nella proposta di esperienze di socializzazione, di definizione dell’autostima e di accrescimento della conoscenza; il dominio della tecnologia digitale, che da strumento a disposizione degli individui è diventata l’ambiente stesso in cui essi si muovono, offrendo tutto a disposizione di un semplice click e facendo perdere la capacità di “attendere”, necessaria alla gestione delle frustrazioni e delle emozioni; la dispersione scolastica, che mostra una forte differenziazione regionale e il divario socioeconomico tra le diverse aree geografiche del Paese. Certamente Internet e tutti i mezzi di comunicazione digitale offrono nuove possibilità di apprendimento, di creatività e ricreatività, di socializzazione. Capire come questa egemonia del digitale interferirà con i processi evolutivi, con le prime tappe dello sviluppo e come modificherà i compiti di sviluppo delle future generazioni è l’attuale urgenza della ricerca per la salute pubblica. Prevenire e riconoscere precocemente i comportamenti a rischio di dipendenza o gestire le condizioni problematiche correlate all’utilizzo di Internet è il compito di tutti gli adulti che si relazionano con i minori.

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