La medicina narrativa: manga e anime come terapia della patologia psichiatrica

La medicina narrativa: manga e anime come terapia della patologia psichiatrica

Con ‘psichiatria narrativa’ si intende un approccio terapeutico che mira a lavorare sulla sintomatologia del paziente tramite il racconto della sua storia e dei suoi particolari, con l’obiettivo di offrire una nuova prospettiva della patologia psichiatrica.

Avete mai sentito parlare di psichiatria narrativa tramite manga e anime?

Il Dottor Francesco Pantò è un giovane psichiatra di 33 anni che lavora nel Paese del Sol Levante e studioso della cultura popolare del Giappone. Si interessa di molti ambiti, sia come saggista che come scrittore, tra la medicina e la produzione culturale tra media e realtà virtuale. È stato intervistato a Tokyo da Gianluca Pulsoni e Massimo Soumarè, il cui articolo è stato pubblicato su Il Manifesto.

Da piccolo ha sempre scritto storie ma, soltanto dopo essersi avvicinato al mondo dei manga e degli anime, ha scoperto tutte quelle differenze dai fumetti occidentali e dai loro stili. È finito così per diventare un appassionato, migliorando dal punto di vista creativo.

Dopo aver studiato filosofia, ha compreso come la psichiatria fosse “il suo campo” di interesse per vari ambiti (vedi pratiche come la medicina narrativa etc.). Da qui ha incominciato ad intendere la psichiatria come un esercizio di riscrittura, un modo capace di farci prendere cura dell’esistenza.

Dopo aver esperito un uso personale della cultura pop giapponese, ha ben pensato di unire l’interesse per la scrittura, la cultura giapponese e la narrazione con la medicina, fino a seguire il dottorato in Giappone, dove poi si è abilitato come psichiatra.

Il Dottor Pantò ha scritto il suo primo libro nel 2022, intitolato “Anime Ryoho”, Kobunsha 2022, totalmente in giapponese per introdursi al meglio nella loro cultura. La seconda parola del titolo può essere tradotta come “terapia”. I soggetti-target della sua opera sono gli hikikomori, ragazzi e ragazze che si rinchiudono in casa e sospendono qualsiasi attività sociale. Dopo aver studiato i meccanismi alla base del loro comportamento, si passa al lato psicologico dove vi sono infinite sfumature e non uniche dicotomie.

Il libro è stato scritto anche per dimostrare come gli anime e i giochi possono avere un effetto positivo: possono perfino prevenire le malattie mentali se usati in un certo modo. Al paziente viene presentata la storia e le sue caratteristiche, fino a far preferire a quest’ultimo le parti che più gradisce. È un percorso di sincronia tra le parti.

Lo psichiatra ha come obbiettivo quello di continuare ad essere un ponte tra la medicina e l’intrattenimento. In più vuole espandere la sua idea secondo la tecnica del “ryoho”, precedentemente spiegata. Si parla anche di intrattenimento chiuso, ovvero un sistema chiuso e che possa vendere, in una sorta di convinzione, la narrativa come possibile trattamento di cura. Ora è impegnato a debuttare nel mondo della fiction per riuscire a far diventare il racconto più popolare e farlo arrivare a più persone possibili, che potrebbero giovarne.

Con un metodo innovativo, insomma, il Dottor Pantò ha saputo rivoluzionare con la cultura scrittoria giapponese una visione della salute mentale e della malattia psichiatrica in un modo moderno e specifico per i giovani adulti.

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