I disagi del pensiero e del comportamento nei giovani della società odierna

I disagi del pensiero e del comportamento nei giovani della società odierna

Quando si parla di adolescenti, si parla anche purtroppo di autolesionismo, anoressia, bulimia ed isolamento. Questi disagi nascono nella società contemporanea a causa dell’evaporazione della figura paterna, come postulava Lacan; per una società ormai liquida, come scriveva Baumann.

Queste due costatazioni filosofiche asseriscono ad una domanda fondamentale: perché oggi non ci sono più archetipi validi da cui apprendere?

A questa domanda ha cercato di rispondere, segnalando un grosso problema, la dottoressa Magda di Rienzo, nell’inchiesta di Elena Stancanelli de La Stampa del 24 luglio 2023 intitolato “Quel dolore che scende nel corpo dei ragazzi. La sfida di ferirsi”.

Laureata in Filosofia, Logopedia e Psicologia è una delle responsabili del Servizio di psicoterapia dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Istituto di Ortofonologia di Roma.

Perché il “ruolo” del padre è così essenziale nella crescita dell’adolescente?

Uno dei punti fondamentali dell’intervista è il seguente: l’assenza del padre, questa mancanza costante che piano piano fa nascere ed accrescere il distacco dal materno simbiotico e accudente è ormai quasi del tutto scomparsa. Questo crea nel bambino o nell’adolescente, un’assenza emotiva che con l’accudimento non fa “sviluppare” a livello sentimentale.

Un altro dei punti focali dell’intervista è questo: i disturbi del pensiero sono anche disturbi del comportamento.

Questa è una discesa verso un disagio ed un dolore fisico estremo. Perché?

Questa “nuova moda” della sofferenza è progredita nel corpo dei giovanissimi, il quale diventa la scena principale delle “ombre collettive” della così detta società liquida. Attraverso l’epifania del cutting (pratica di autoinfliggersi ferite sulle braccia e/o sulle gambe), dell’anoressia, della bulimia, si esprime appunto un tentativo al limite (dell’impensabile) di sentirsi vivi. La dottoressa quando chiede ai ragazzi che segue di raccontare le motivazioni di questo gesto, le rispondono che, per loro, è un modo per “entrare” dentro al corpo.

Quindi non è un tentativo di mettere fine alla propria esistenza.

In pratica questi giovanissimi stanno lanciando una sfida all’“adulto”, genitore. Ma l’adulto non la accoglie più. In pratica non c’è crescita. L’altro problema concomitante a questo è il seguente: la società di oggi si è evoluta verso una sempre maggiore efficienza e prestazione.

Per esempio, c’è un altro focus negativo: il ritiro sociale. I ragazzi hikikomori. Questo disagio nasce, non per niente in una società competitiva come quella giapponese. Adesso ha preso piede anche qui. Dando la precedenza solo alla prestazione e si trascura la crescita emotiva. Tutta quest’esibizione” mediatica” estrema fin dalla tenera età attraverso i social media, quando arriva la consapevolezza del bambino/a, si trasforma in vergogna perché non si è mai abbastanza “belli, accettati, forti”.

Insomma, non c’è un padre, oppure è spesso assente, quindi non c’è normatività. Questo accade perché ormai il problema dei genitori è “avere” l’affetto dei figli e anche sempre più frequentemente perché lo stesso genitore vive un momento adolescenziale. Non c’è più battaglia, la contestazione, lo scontro. Questi genitori/amici sono una realtà ormai: questo è un grave errore.

Molto tempo prima del Covid, spiega ancora la dottoressa di Rienzo, è stata fatta un’inchiesta riguardante gli adolescenti.

In questa inchiesta era stato individuato un nuovo tentativo di costruzione dell’identità in una dimensionalità estrema: gli sport estremi, quindi sulla forza del corpo macchina. Era la ricerca del limite, del confine estremo appunto, che la società “adulta” non era più in grado di fornire.

Il confine, la separazione, la prestazione dove portano? È una ricerca del sé.

Quindi anche nei sistemi di diagnosi c’è questa tendenza a misurare per “prestazione”.

E così l’evoluzione emotiva passa su un piano subalterno, quasi non fosse una delle tappe fondamentali della crescita. La diagnosi per categorie cristallizza cosa? Il momento che si sta passando, non mettendo in conto la questione della crescita. Per concludere questo discorso: una società che non fa più collegamenti.

Come ricorda Edgar Morin, nel suo ultimo libro, scritto a 99 anni: “CAMBIAMO STRADA”.

Il disagio negli adolescenti è enorme: hanno crisi di panico. Ancora secondo Edgar Morin, infatti, abbiamo rinunciato alla completezza a discapito della mentalizzazione del corpo. Qui si evidenzia un problema sulle questioni dell’apprendimento, dovuti ad una società, dovuti ad una società troppo performante e social.

Un altro versante della questione è il praticare lo sport, che aiuta a migliorare il rapporto con il proprio corpo, è un’attività che viene praticata sempre di meno. La preoccupazione dei genitori impedisce ai ragazzi di fare esperienze in tutti i sensi. Così i genitori esercitano un iper-controllo sui figli.

 

Per approfondimento:

Quel dolore che scende nel corpo dei ragazzi