Covid. Un sopravvissuto su tre ha disturbi neurologici o mentali. Lo studio su Lancet Psichiatry e prospettive per il futuro della professione dello psicologo

Covid. Un sopravvissuto su tre ha disturbi neurologici o mentali. Lo studio su Lancet Psichiatry e prospettive per il futuro della professione dello psicologo

Gli esperti di salute sono sempre più preoccupati dal rischio di insorgenza di disturbi neurologici e mentali nelle persone che hanno sconfitto il Covid-19.
Uno studio su pazienti che hanno avuto l’infezione da Covid-19 ha visto che, in un terzo dei casi, il 34% dei casi analizzati, i soggetti hanno sviluppato disturbi neurologici o mentali entro sei mesi dall’infezione. Clicca qui per approfondire.

I dati, pubblicati dall’importante rivista The Lancet Psychiatry, confermano la preoccupazione lanciata alcuni mesi fa dall’OMS sul rischio “epidemia di disturbi mentali” legate all’attuale pandemia.

Nello studio su The Lancet  un paziente su tre sopravvissuto al Covid-19 ha ricevuto diagnosi di un disturbo mentale o psichiatrico entro sei mesi. I casi di ictus, demenza e altre patologie neurologiche post-Covid erano più rari ma erano comunque significativi, specialmente in chi aveva contratto una forma grave della malattia.
Maxime Taquet, psichiatra presso l’Università di Oxford dichiara “I nostri risultati indicano che le patologie mentali e i disturbi psichiatrici sono più comuni dopo il Covid-19 che dopo l’influenza o altre infezioni respiratorie”.
Un precedente studio degli stessi ricercatori aveva riscontrato lo scorso anno come il 20% dei sopravvissuti al Covid-19 avessero ricevuto diagnosi di un disturbo psichiatrico entro tre mesi.
I disturbi erano significativamente più comuni nei pazienti con Covid-19 che nei gruppi di confronto composti da persone guarite dall’influenza o da altre infezioni respiratorie nello stesso lasso di tempo.

I disturbi psichiatrici maggiormente riscontrati sono l’Ansia al 17%, i disturbi dell’umore al 14%, e non sembrano essere legati alla forma di Covid-19 contratta.

Comunque, tra i soggetti ricoverati in terapia intensiva con Covid-19 grave, il 7% ha avuto un ictus entro sei mesi e quasi il 2% ha ricevuto diagnosi di demenza.
Secondo questo studio non si è in grado di riconoscere i meccanismi biologici o psicologici coinvolti, per i quali saranno necessari nuove ricerche “con l’intenzione di evitarli o trattarli”.
Rimanendo sempre nell’argomento di questa emergenza, si hanno anche delle notizie che fanno ben sperare: nella mattinata del 12 aprile 2021 il Ministro della salute Roberto Speranza ha incontrato il Presidente del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) Davide Lazzari. Gli psicologi hanno sottolineato come sia importante prendere dei provvedimenti in seguito ai problemi psicologici insorti in conseguenza della pandemia in corso.
Quello che è emerso da parte degli psicologi è che risulta urgente rispondere alla “psicopandemia” in atto, ossia fornire delle soluzioni in merito all’emergenze psicologiche che si sono presentate in seguito alla pandemia da Covid-19.
Questo perché le problematiche relative alla crisi economica e sociale rischiano di aggravarsi in seguito all’insorgenza di problemi psicologici, soprattutto a causa della carenza di risorse finanziarie e poiché non è possibile accedere per tutti alle risorse del privato.
Il Ministro Speranza è d’accordo con il presidente Lazzari e ha dichiarato che darà risposte certe, potenziando i servizi psicologici pubblici e valorizzando la posizione delle professioni degli psicologi per rilanciare il Sistema Sanitario Nazionale.
Secondo il ministro, è importante porre la necessaria attenzione e rispondere alle problematiche in maniera efficace e concreta.
Il Presidente del CNOP alla fine di questo incontro ha ringraziato il Ministro Speranza per il confronto, che è stato informale e che ha permesso di parlare ai cittadini in maniera sensibile e partecipata, con la promessa che alle parole seguiranno i fatti e che il CNOP lavorerà in questa direzione.
Nello specifico Il Presidente Lazzari ha proposto dei voucher per coloro che hanno dei redditi bassi, ha ribadito l’importanza di agire nelle scuole, di aumentare il numero degli psicologi negli ospedali e suggerisce un cambiamento di rotta nella mentalità con la quale si affrontano i problemi psicologici.
Questo perché i cittadini hanno bisogno di risposte sul tema della Salute Mentale. Lazzari ringrazia anche le società scientifiche che hanno steso un documento tecnico consegnato al Ministro per offrirgli un quadro completo della situazione.
Per rendere meglio l’idea si riportano alcune frasi significative del suo discorso:
“Nel cervello i centri del dolore psicologico e quello fisico sono gli stessi, ma mentre il dolore fisico viene gridato, quello psicologico viene tenuto dentro, ci si vergogna, è un dolore silente, e siccome si agisce solo se qualcuno urla per strada, o laddove si muovono grandi colossi o grandi tecnologie, la psicologia, che lavora a mani nude, non viene considerata. Eppure bisognerebbe ricordare che una foresta che secca lentamente fa meno rumore di una foresta che cade, ma muore egualmente».

Lazzari ritiene necessario creare una società del post pandemia dove c’è una maggiore sensibilità sui temi della salute mentale, offrendo più spazi per chi ha poca voce.

                                                                                                                                                                                 (a cura di)  Valeria Tortora

 

FONTI:
• Quotidiano Sanità del 7/4/2021: Covid. Un sopravvissuto su tre ha disturbi neurologici o mentali. Lo studio su Lancet Psychiatry
• Quotidiano Sanità del 12/4/2021 Psicologi. Speranza: “Impegno concreto per rafforzare nell’immediato e nel futuro la Psicologia nel Ssn”
• Corriere della Sera del 15/4/2021 “Psicologi gratis per i bambini in Francia: e in Italia cosa si fa?”