Il disturbo bipolare e l’aggressività: uno studio smentisce lo stigma

Il disturbo bipolare e l’aggressività: uno studio smentisce lo stigma
Cosa sappiamo del disturbo bipolare? Perché si associa con facilità la malattia mentale all’aggressività?

Nel 2021 assistiamo ancora ad un forte stigma sociale nei confronti di persone con disagio mentale reputate pericolose. A smentire oggi questo connubio è uno studio che  analizza il disturbo bipolare associato proprio alla aggressività; osservando come, in effetti, pochissimi casi di persone affette da questa malattia risultino essere pericolose. Il disturbo bipolare è una malattia psichiatrica, come si può intuire dal nome, che contiene al suo interno due stati emotivi opposti, appunto “due poli opposti”.

Di seguito è integrato uno studio che ha messo in correlazione  il disturbo bipolare e l’aggressività.

Lo studio italiano  https://www.ohga.it/avere-un-disturbo-bipolare-non-significa-essere-violenti-lo-studio-che-smentisce-lo-stigma/  è stato coordinato dalle psichiatre Raffaella Zanardi e Cristina Colombo, professoressa ordinaria presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e direttrice del Centro Disturbi dell’Umore dell’Ospedale San Raffaele Turro e ha coinvolto in tutto 151 pazienti per un periodo di 12 mesi. Durante la loro osservazione hanno preso in considerazione diversi tipi di comportamenti aggressivi come irritabilità, aggressività verbale, aggressività contro oggetti e aggressività contro le persone. Il primo infatti, sebbene non sia un vero e proprio comportamento violento, esaspera la percezione delle le persone con disturbo bipolare come potenzialmente pericolose.

Il suddetto studio condotto da medici e ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e pubblicato il 4/01/2021, sulla Rivista Journal of Psycopathology  https://www.jpsychopathol.it/wp-content/uploads/2021/02/10_Colombo-1.pdf  dimostra invece come tutto ciò sia assolutamente falso. Dallo studio è emerso chiaramente come gli episodi di aggressività fossero scarsi e soprattutto si concentrassero durante i periodi in cui la malattia si manifestava in fase acuta. Inoltre, solo l’1,32% dei pazienti ha mostrato atteggiamenti violenti rivolti verso le persone, mentre in tutti gli altri casi il bersaglio erano oggetti, oppure si trattava unicamente di violenza verbale.
Per concentrarsi sull’aggressività durante l’attività della fase della malattia, per esaminare e gestire qualsiasi posizione di rischio simile o fattore predittivo, hanno stratificato il campione per disturbi della personalità, abuso di alcol o sostanze. I risultati suggeriscono che i pazienti con una co-diagnosi di abuso di alcol mostra un aumento significativo delle aggressioni rispetto a pazienti non alcolici. In particolare, tutti gli episodi segnalati riguardavano l’aggressività verbale.

Questi fattori contribuiscono a mantenere lo stigma sociale nei confronti dei pazienti psichiatrici.

In questa analisi, è vero che la maggior parte dei pazienti aggressivi era anche agitata e irritabile, ma oltre il 60% dei pazienti e quasi il 70% di quelli che non ha affatto mostrato qualsiasi azione violenta. Non solo non sono aggressivi verso oggetti o persone, ma non è stato nemmeno trovato alcuna prova di aggressività verbale. In questo studio emerge una fiducia di fondo propositiva che vuole decostruire lo stigma, che associa la diagnosi psichiatrica con l’aggressività e che la violenza sia in qualche modo giustificata da una malattia.

Questo studio vuole inoltre dimostrare che l’avere una diagnosi di bipolarismo e l’agire con aggressività non sono così conseguenziali come si potrebbe pensare.

Nella maggior parte dei casi emerge che chi fa uso di stupefacenti o cannabis, insieme a una diagnosi di disturbo bipolare, può incorrere in delle reazioni aggressive fuori dalla norma. L’immagine ordinaria dei pazienti psichiatrici si basa sul luogo comune che associa le caratteristiche psicotiche ad una maggiore aggressività. Ciò forma un ulteriore stigma.
Ma non si sono osservati eventi aggressivi nei pazienti che presentano caratteristiche psicotiche. Lo stigma diventa evidente nella vita di tutti i giorni quando le persone sono abituate a considerare crimini, non solo atti violenti reali, ma anche molti altri sintomi tipici che sono così spesso allarmanti come comportamenti aggressivi. Sempre la ricerca ci dice che se la persona con disturbo bipolare segue un percorso terapeutico idoneo, con un ‘equipe medica e psicologica, si riduce di moltissimo la possibilità di episodi aggressivi.

In conclusione questo studio cerca di cambiare la maldicenza comune che associa chi ha disturbi psichiatrici e, nello specifico il disturbo bipolare, con l’aggressività.

Chi soffre di qualsiasi disturbo già si sente con un peso enorme sul cuore, nei vari momenti di vita, lo stigma aumenta questo peso. Io spero che tra un tot di anni, tutte le diseguaglianze derivate dai disturbi mentali vengano percepite in maniera diverse dalla gente, in un’ottica di inclusione e non più di emarginazione.

Susanna Pinto