Ci sono persone che conservano un cuore puro, come quello dei bambini. Due esempi di “slegatissimi” (da relazioni o altro) sono da sempre Peter Pan e Mary Poppins, ognuno a modo suo.
Nella sesta puntata della seconda stagione del podcast “Gli Slegati”, di Chiara Gamberale, quella di cui stiamo parlando in questo articolo, è stato intervistato Leo, un quarantenne solitario che fa della propria solitudine un punto di forza nonostante le fregature date dal “nuovo mondo”.
A detta di Leo, che vive da solo, c’è stato il guardare con spocchia la generazione precedente (i Boomer) e quella successiva (i Millennial), facendo parte della generazione X. Il protagonista dell’intervista, guardando i figli dei propri coetanei, non prova vergogna o invidia; anche se, in fatto di relazioni, quella più lunga della sua esperienza è durata meno di un anno. Nonostante le origini emiliane, gli studi sono stati fatti a Siena: come per cercare una specie di fuga dall’abitudine della propria “generazione di passaggio”.
Leo, da buon quarantenne a suo dire indifferente verso molti temi, non ha ancora un posto fisso e non riesce nemmeno ad immaginare di convivere con un’altra persona; c’è l’esempio di una relazione extraconiugale di una ragazza tedesca con Leo, mentre il compagno di quest’ultima non ne era totalmente a conoscenza. Alla fine il protagonista “cane sciolto” dell’intervista è rimasto da solo, perché la ragazza ha passato il primo lockdown con il compagno ufficiale e quindi si sono persi.
Qual è la via per far innamorare Leo, alla fine? O perlomeno: ne esiste una?
Ebbene sì, ed è quello di sorprenderlo. Da buon uomo all’antica, preferisce “dirigere il gioco” ma non disdegna un atteggiamento di sorpresa che lo lasci a bocca aperta.
A lui piace “stare con una persona, ma sull’Isola che non c’è”, come se un uno + uno faccia un tre (per riassumere il senso della sorpresa).
È diverso dalle altre coppie che si accontentano di suonare la stessa melodia senza variazioni, mentre Leo le cerca e le adora, nonostante la sua generazione sia considerata la più pigra.
Leo si definisce ancora come il “vitellone” degli anni Sessanta, piuttosto che il “Casanova” degli anni Ottanta. Fa l’esempio dei tre fantasmi di Dickens, per quanto riguarda la paura di rimanere soli: dopo il 25 dicembre si può scegliere di nuovo con chi essere libero di andare al cinema, senza importarsi del giudizio degli altri.
Il protagonista si sente felice, non solo e libero; alla domanda “Secondo te “slegati” si nasce o si diventa?” risponde la prima, per via del suo stile di vita.
Se il tema vi appassiona, ecco le altre puntate delle due stagioni de “Gli Slegati”