“La salute e la malattia sono vita. O uno vive vivendo la salute e la malattia, o la persona è totalmente sempre nella morte”. Franco Basaglia
Il 10 Ottobre 2024, durante la giornata mondiale della salute mentale, è andata in onda la puntata del Podcast di RaiRadio2 “Caterpillar” a Roma, registrata nella Sala Emeroteca del ministero della cultura, dove era presente una mostra fotografica su Franco Basaglia. Con Massimo Cirri e Sara Zambotti, regia di Francesco Dal Cero e a cura di Fabrizia Brunati, descrivono e promuovono l’iniziativa del RO.MENS 2024 sul passaggio dei luoghi di costrizione a luoghi di cura.
Al minuto 13.15 è intervenuto il Dottor Massimo Cozza, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL ROMA 2, raccontando della donazione al Papa di un mosaico raffigurante Franco Basaglia con la frase “la follia è una condizione umana”, realizzato dal Centro Diurno La Fabbrica dei Sogni. Di seguito l’intervento del Direttore Cozza sulle strutture di cura odierne in un tempo post-manicomio.
“Noi abbiamo una porta di accesso nei nostri Dipartimenti di Salute Mentale che si chiama Centro di Salute Mentale (CSM), e chiunque abbia problemi e più di 18 anni si può recare lì, che è una sorta di regista di quello che dovrebbe essere il percorso a seconda dei disturbi che una persona presenta. I percorsi possono poi essere diversi: “solo” psicoterapeutici, farmacologici quando necessario, ma anche e soprattutto di inclusione sociale, perché ormai la malattia mentale a livello internazionale ha un paradigma bio-psico-sociali, e noi su quelli dobbiamo intervenire. Quindi noi, sempre su progetto fatto dall’equipe (psichiatra, psicologo, infermiere, assistente sociale, tecnico della riabilitazione psichiatrica, educatore), insieme all’utente e alla famiglia, quindi condiviso, indirizziamo a una scelta che potrebbe essere un centro diurno, cioè attività riabilitative svolte alla giornata, per chi è più “grave” e anche le strutture residenziali dove si può rimanere per diverso tempo, per l’acuzie abbiamo i servizi psichiatrici di diagnosi e cura che sono reparti di psichiatria all’interno degli ospedali che fanno parte del dipartimento di salute mentale, e poi c’è la grande scommessa, che già Basaglia ha lanciato, che è quella degli appartamenti supportati. Sfida perché, mentre la struttura isola, l’appartamento è all’interno di condomini, del tessuto sociale, e quindi noi proviamo ad aprire più appartamenti possibili anche per le persone più giovani con disturbi importanti.
- Come siamo messi a soldi?
A soldi stiamo messi male nel senso che il nostro paese spende per la salute mentale paradossalmente meno degli altri paesi che non hanno avuto la chiusura dei manicomi. Siamo intorno circa al 3% del fondo del sistema sanitario nazionale, quando gli stessi presidenti delle regioni avevano stimato il 5% come soglia minima. Detto in soldoni: mancano oltre due miliardi per la salute mentale.
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