The dark side of the moon un approccio sinestetico alla musica 1973-2023

The dark side of the moon un approccio sinestetico alla musica 1973-2023

1973-2023: The Dark Side of the Moon racconta 50 anni di storia della musica.

Cinquant’anni ci separano dalla prima pubblicazione del disco. Un’opera avveniristica che i Pink Floyd costruiscono, contemporaneamente alle riprese live a Pompei, al limite delle rivolte inglesi del ’68, affrontandola con sagacia, dedizione e passione. La rappresentazione artistica di un micro cosmo concettuale che si rivela ancora oggi evocativo ed emozionante.

Impegnato su più fronti, tocca una vasta pluralità di temi tra cui la critica al consumismo, l’avidità, il significato della vita, della morte, l’invecchiamento, il denaro, la solitudine, il bene e il male, tanti altri temi ma non ultimo il tema della sofferenza psichica.

Sviscera  dunque  argomenti quali l’esistenzialismo, l’umanesimo ed affronta discorsi sull’etica e sul comportamento umani. L’opera è impregnata degli stessi strascichi del forte corto circuito psichico che pare interessò Syd Barrett, il fondatore della band britannica alla fine degli anni ’60, prima che il gruppo si rinnovasse rimpiazzandolo e preparandosi ad una lunga carriera.

Fin dagli esordi si caratterizza come un’opera molto psichedelica, non solo nell’uso del live, della strumentazione analogica proto elettronica. Nei suoi diversi accenti psichici, è un album travolto dai temi legati alla psicologia e dalle mille variazioni che riguardano la percezione della psiche.

Non si tratta soltanto di un’opera meramente concettuale, ma anche di un’opera ideogrammatica e fortemente immaginifica. Sulla copertina infatti compare l’immagine di un prisma e della luce bianca che, attraversandolo, la restituisce a colori. Potrebbe essere un’idea presa a prestito dal mondo della fisica newtoniana e dalla meccanica quantistica di Einstein.

Per assurdo, il sole può essere eclissato dalla luna, in Eclipse. Il simbolo del prisma potrebbe rappresentare un sincretismo tra un’idea bianca e un’idea a colori che si fondono specularmente. Il sole si erge a ragione apollinea, a lumen; la luna, invece si eleva a sorgente di segreti (Soucerfull of Secrets), a luogo irrisolto di follia, quella pazzia imprecisata che l’Orlando furioso di Torquato Tasso raggiunse, catapultandolo, proprio sulla faccia della luna. La luna che vive di luca riflessa, si colloca tra la terra e il sole. Una via di mezzo tra radicalità della ragione e follia imprevedibile. La luna che contiene entrambe le dimensioni, l’oscurità e la luminosità, entrambe le facce.

La paura e, allo stesso tempo, la ricerca della solitudine, fanno parte del carattere lunatico della natura umana. In questo senso il disco ci regala un viaggio surreale negli abissi dell’esistenza, nella realtà onirica, sognante, ci regala desiderio di empatia.

Come il Metastasio, anche i Pink Floyd ci parlano della caducità della vita  in On the Run, Breathe.

In Time, “Nessuno ti ha detto quando correre, ti sei perso il segnale di partenza”, il tempo passa, scorre ineluttabilmente a prescindere dalle nostre scelte ed intuizioni. Come a dire che il tempo va minuziosamente coltivato, preparato per essere dilatato, per cambiare qualitativamente nella sostanza.

Sulla paura della morte da Great gig in the sky “Non hai mai detto di aver paura di morire”. L’angoscia che si prova davanti alla morte è qualcosa di unico ed insostituibile. Bisogna pensarci, perché  come dicevano i latini bisogna prepararsi all’idea di morte imparando ad accettarla e a conviverci sin da subito.

Money: “I soldi, sono una cosa eccezionale, i soldi sono un crimine, i soldi sono la radice di ogni male”.

Nell’imperfezione delle cose della vita si inseriscono i soldi, un tema molto trattato nella musica impegnata.

Money, termine ripetuto tre volte all’interno dello stesso periodo, costituisce una reiterazione simbolica indispensabile per far capire l’importanza della lotta al consumismo capitalistico.

Da Us and Them: “Noi e loro, e dopotutto siamo solo uomini normali”, da Brian Demage: “Il pazzo è sull’erba, devo tenere i matti sul sentiero”. Concerne la distinzione convenzionale tra normali e subnormali, la cristallizzazione delle due categorie, la necessità di riportare la a-normalità in uno stesso binario.

Un altro verso della canzone dice: “E se anche la tua testa esplodesse di oscuri presagi, ci incontreremo sul alto oscuro della luna; c’è qualcuno nella mia testa ma non sono io.”

Concludiamo con le parole del bassista, Roger Waters che dice di quel momento creativo: “L’album era un’istanza di empatia politica, filosofica e umanitaria che chiedeva disperatamente di venir fuori.”

Ci sconcerta e ci meraviglia al tempo stesso sapere che

A volte, anche il sole può essere eclissato dalla luna. (Eclipse).