“Se prendi un brutto voto…”: l’inchiesta di Skuola.net sul rapporto genitoriale

“Se prendi un brutto voto…”: l’inchiesta di Skuola.net sul rapporto genitoriale

“Se prendi un brutto voto, non esci per una settimana!”: questa era una delle tante frasi che si ascoltavano dai propri genitori quando si parlava di ambito scolastico, in caso si fosse ottenuta una valutazione negativa a un compito in classe o a un’interrogazione. Se prima c’era quasi un timore reverenziale nei confronti dei genitori, con tanto di spauracchio per le eventuali punizioni che si potevano ottenere, oggi non è più così.

Certo, si vive in una società diversa: ma è come se i ruoli di rilevanza tra genitori e figli si fossero invertiti. Se oggi un adolescente ottiene una brutta pagella non viene punito, anzi: si passa attraverso fasi di protezione e fiducia nelle capacità dei propri ragazzi, oltre che di dubbio sull’agire degli insegnanti stessi. Si è arrivati a una statistica di ben 7 genitori su 10 che non puniscono il proprio figlio in caso di rendimento insufficiente: preferiscono piuttosto prendersela con l’insegnante in 1 caso su 10, in maniera verbale (4%) o addirittura fisica (2%).

A descrivere questo scenario che domina è Skuola.net, che ha intervistato 2500 alunni delle classi superiori nel periodo di gennaio/febbraio, con l’arrivo della prima valutazione intermedia. Gli studi hanno sottolineato come ben 1 studente su 3 abbia un’insufficienza in almeno una materia e come 1 su 10, al momento, abbia come minimo tre insufficienze alla fine del primo quadrimestre o secondo trimestre.

L’atteggiamento prevalente dei genitori è quello che spera in una miglioria del rendimento scolastico con maggiore impegno da parte dell’alunno; così ha dichiarato il 67% dei ragazzi intervistati nei confronti della reazione ottenuta in seguito a una serie negativa di risultati scolastici. Al 24% dei figli “insufficienti” invece sono toccati i rimproveri.

Questo trattamento più soft nei confronti dei ragazzi sta avendo ripercussioni negative, anche e soprattutto perché ormai le punizioni temporanee stanno passando di moda, nonostante fossero date in precedenza per far riflettere. Solo il 31% degli studenti insufficienti, quindi meno di un terzo, passa attraverso un processo punitivo in seguito a una brutta pagella.

I tipi di punizioni vengono, in percentuale, così suddivise:

-limitazione nell’uso di dispositivi elettronici come smartphone, tv e console per videogames (14%);

-divieto di dedicarsi a sport o passatempi piacevoli, oltre che di uscire con gli amici (9%);

-svolgimento di “compiti” o lavoretti dentro casa o fuori (4%);

-riduzione della paghetta (2%).

Il direttore di Skuola.net, Daniele Grassucci, afferma come ormai l’assetto pedagogico dei genitori si sia modificato decisamente rispetto alle generazioni precedenti: se prima la consegna delle pagelle intermedie era vissuta con paura dallo studente che sapeva di non eccellere a scuola, ora questo passaggio viene vissuto con relativa tranquillità. I figli sanno infatti che la punizione non è certa e che in alcuni casi la madre e il padre non se la prenderanno con loro, perché preferiranno scaricare la loro insoddisfazione sui docenti.

La scuola rimane maestra di vita in molti contesti, a partire da quelli del rispetto e dell’educazione insieme alla famiglia. Vedere come i docenti siano bistrattati per le colpe degli alunni non fa bene né a questi ultimi e nemmeno ai genitori che aggrediscono gli insegnanti, perché l’esempio viene soprattutto da come le figure genitoriali trattano chi dovrebbe istruire i propri figli per il futuro.

Per ulteriori approfondimenti clicca qui.