LGBTQ+: il complesso percorso dalla consapevolezza al supporto familiare

LGBTQ+: il complesso percorso dalla consapevolezza al supporto familiare

In occasione del Gay Pride del 2024, vogliamo affrontare il tema dell’omosessualità e, più in generale, la categoria LGBTQ+, esplorando, attraverso una rassegna di letteratura, vari aspetti della formazione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere durante l’adolescenza, mettendo in luce alcune peculiarità spesso trascurate, sottolineando quanto sia fondamentale l’accoglienza e il supporto della famiglia.

  1. L’acronimo LGBTQ+

L’acronimo LGBTQ+ sta per Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer e altri identificativi sessuali e di genere. La “+” alla fine rappresenta una gamma diversificata di identità di genere e sessuali che possono non essere esplicitamente menzionate nelle lettere principali dell’acronimo. Come ad esempio:

  1. Intersessuale: Una persona nata con caratteristiche biologiche di entrambi i sessi, come cromosomi o anche organi riproduttivi;
  2. Asessuale: Una persona che non prova attrazione sessuale verso gli altri o la prova in misura molto limitata;
  3. Pansessuale: Una persona che è attratta emotivamente da una persona senza dare importanza alla sua identità sessuale e/o di genere;
  4. Non-Binario: Una persona il cui genere non si adatta alle tradizionali categorie binarie di “maschio” e “femmina”. Possono identificarsi al di fuori di questa dicotomia o sentirsi in parte di entrambe;
  5. Genderqueer: Una persona il cui genere non si conforma alle aspettative sociali tradizionali;
  6. Bigender: Una persona che si identifica simultaneamente come appartenente a due generi differenti;
  7. Genderfluid: Una persona il cui senso di genere può cambiare e fluttuare nel tempo;
  8. Demisessuale: Una persona che prova attrazione sessuale solo dopo aver sviluppato un forte legame emotivo con qualcuno;
  9. Poliamoroso: Una persona che pratica o desidera praticare relazioni romantiche o sessuali con più di una persona contemporaneamente, con il consenso di tutti i partner coinvolti.

Queste sono solo alcune delle identità che potrebbero essere incluse nel “+”. È importante riconoscere che l’acronimo LGBTQ+ è inclusivo e aperto all’evoluzione per includere nuove identità e nuove comprensioni della diversità umana.

  1. La consapevolezza dell’identità

La consapevolezza della propria omosessualità può manifestarsi in diversi modi: per alcuni è un evento improvviso, mentre per altri è il risultato di una serie di segnali nel tempo. Questa scoperta può avvenire prima, durante o dopo l’adolescenza. Le esperienze vissute precedentemente possono essere rilette in chiave diversa una volta raggiunta questa consapevolezza. Ma quando avviene esattamente questa svolta? C’è un momento preciso in cui un adolescente si dichiara “sono gay” o “sono lesbica”? E quali emozioni e pensieri accompagnano questa presa di coscienza?

Affrontare il tema dell’omosessualità (della bisessualità e della transessualità) può essere problematico, rischiando di isolare questa dimensione identitaria dal resto dell’esperienza umana. Inoltre, la varietà delle esperienze omosessuali rende difficile creare una teoria unica senza distorcere le differenze individuali.

Per molto tempo, l’omosessualità è stata vista come una patologia, con teorie che la collegavano a dinamiche familiari specifiche. Solo verso la fine del secolo scorso si è iniziato a riconoscere l’omosessualità come una variante normale della sessualità umana, portando a una depatologizzazione del tema. Questo cambiamento ha avuto ripercussioni significative sulla pratica clinica, spostando l’attenzione dalla ricerca sull’omosessualità a quella sull’omofobia.

Già dai due anni, i bambini mostrano preferenze di gioco con coetanei dello stesso sesso. La scuola e i libri di favole tradizionali rafforzano stereotipi di genere, con ruoli ben definiti per maschi e femmine. Questi stereotipi influenzano i bambini sin dalla prima infanzia, determinando una segregazione di genere che raggiunge il massimo intorno agli 11-12 anni, quando la conformità ai ruoli di genere diventa cruciale per l’identità dei ragazzi.

Le esperienze legate alla scoperta dell’orientamento sessuale sono diverse per ogni individuo. Alcuni diventano consapevoli del proprio orientamento solo da adulti, mentre altri si sentono “diversi” fin dall’infanzia, identificando questa diversità attraverso le parole degli altri. Le reazioni a queste scoperte variano: possono essere fonte di turbamento o di resilienza, influenzando in modo diverso la vita delle persone. Durante l’adolescenza, la pressione sociale può spingere a conformarsi alle aspettative di genere, influenzando le scelte di amicizie e interessi.

Si distingue tra formazione e integrazione dell’identità: la formazione dell’identità si riferisce alla consapevolezza del proprio orientamento sessuale, includendo l’interrogarsi su essere gay o bisessuali e frequentare ambienti omosessuali; l’integrazione dell’identità riguarda invece l’accettazione di se stessi, la risoluzione dell’omofobia interiorizzata e il sentirsi a proprio agio nel comunicare apertamente la propria omosessualità. Questi due processi sono strettamente collegati.

  1. Il ruolo della famiglia

Il coming out rappresenta un importante compito di sviluppo per gli adolescenti appartenenti alla categoria LGBTQ+, segnando un “crocevia esistenziale” che separa il prima e il dopo. Questo processo decisionale si ripete ogni volta che la situazione interpersonale lo richiede. Anche per i genitori, il momento in cui il figlio o la figlia parla del proprio orientamento sessuale è cruciale, rappresentando una sfida e un’opportunità di crescita.

In passato, pochi adolescenti facevano coming out con le loro famiglie o dichiaravano apertamente la loro omosessualità. La maggior parte delle persone omosessuali e bisessuali aspettava l’età adulta per rivelare la propria identità agli altri. La paura del rifiuto e delle reazioni negative teneva molti adulti LGBTQ+ lontani dal vivere apertamente. Fino agli anni ’90, le risorse disponibili per i giovani erano molto limitate, e gli adolescenti gay e transgender avevano poche fonti di informazione e supporto.

Recentemente, internet, i club scolastici e i gruppi di supporto LGBTQ+ hanno fornito ai giovani più informazioni, guida e sostegno. Con l’accesso a queste risorse, la maggior parte fa coming out durante l’adolescenza, condividendo la propria identità con amici, familiari e altri adulti. In Italia, la principale associazione LGBTQ+ senza scopo di lucro e con il maggiore numero di attivisti e volontari sul territorio è Arcigay, che lotta dal 1985 contro la discriminazione e si occupa di erogare formazione e informazione nei contesti scolastici, familiari e privati, offrendo inoltre uno spazio sicuro per le persone che si trovano in un momento di difficoltà.

“Arcigay crede in una società inclusiva e aperta basata sulla solidarietà e sull’uguaglianza, una società nella quale i diritti umani e civili siano riconosciuti, promossi e garantiti e le persone gay, lesbiche, bisessuali e bi+, trans* e non binarie, queer, intersessuali e asessuali siano libere di essere se stesse.”

Per questo motivo, è importante che i familiari, gli insegnanti e i tutor siano ben informati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere per poter sostenere adeguatamente i propri figli e/o alunni. L’omosessualità e la bisessualità sono aspetti normali dell’identità sessuale, e nessuno sa esattamente perché alcune persone siano omosessuali o bisessuali e altre eterosessuali. Ma sappiamo che nessuno, inclusi i genitori, può determinare l’orientamento sessuale di qualcun altro. Gli adolescenti sono molto più propensi a essere aperti riguardo la loro identità omosessuale o transgender quando non temono il rifiuto, le prese in giro o le reazioni negative di amici e familiari.

Ancora oggi esistono molti equivoci riguardo all’orientamento sessuale. Spesso famiglie e tutor credono che i giovani debbano raggiungere l’età adulta prima di comprendere la propria omosessualità. Alcuni pensano che sia solo una fase temporanea destinata a svanire con il tempo. Altri ritengono che l’orientamento sessuale sia influenzato dall’ambiente circostante, come avere amici omosessuali o essere esposti a informazioni sull’omosessualità.

Tuttavia, nonostante queste convinzioni siano diffuse, sono anche inesatte. Oggi, i giovani hanno accesso a una vasta gamma di informazioni accurate sull’orientamento sessuale fin dalla loro infanzia. Esistono numerosi servizi per i giovani LGBTQ+ che offrono supporto e opportunità di connessione nella comunità. Secondo le ricerche del Family Acceptance ProjectTM (FAP), molti adolescenti iniziano a sperimentare attrazione verso persone dello stesso sesso intorno ai 10 anni, e alcuni riconoscono la propria omosessualità già tra i 7 e i 9 anni, mentre solitamente si identificano come lesbiche, gay o bisessuali intorno ai 13-14 anni, con le loro famiglie che apprendono dell’identità LGBTQ+ circa un anno dopo.

Il Family Acceptance Project è un’iniziativa di ricerca, intervento, educazione e politica per prevenire rischi per la salute e la salute mentale e promuovere il benessere dei bambini e giovani lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer nel contesto delle loro famiglie, culture e comunità religiose.

Purtroppo, la ricerca sul supporto all’identità di genere nei bambini e negli adolescenti transgender è ancora limitata, e molti caregiver si trovano a dover affrontare situazioni per le quali hanno poche linee guida. I bambini sviluppano il loro senso di identità di genere fin da piccoli, esprimendosi attraverso vestiti, giochi e oggetti personali, generalmente intorno ai 2-3 anni. Tuttavia, i bambini e gli adolescenti che non corrispondono alle aspettative di genere possono essere soggetti a ridicolo o giudizio da parte degli altri, mentre i loro comportamenti possono essere etichettati come non conformi. È importante che i genitori ricevano un’adeguata formazione e informazioni per sostenere i propri figli nell’espressione della loro identità di genere.

I recenti studi condotti dal FAP indicano che le famiglie e i caregiver hanno un impatto significativo sulle probabilità di eventi avversi e, viceversa, sul benessere dei loro figli LGBTQ+; per esempio, le famiglie in conflitto sull’identità dei loro figli spesso credono che integrarli tra coetanei eterosessuali sia il modo migliore per il loro benessere. Tuttavia, questo atteggiamento può portare a problemi di comunicazione e comprensione, causando gravi conseguenze sui giovani, come minore autostima e maggiore vulnerabilità a problemi di salute fisica e mentale. Il rifiuto familiare può anche indurre gli adolescenti a nascondere la propria identità, con effetti negativi sul loro sviluppo personale e sulla capacità di pianificare il futuro.

Molte volte, i genitori si sentono incerti quando scoprono che il loro figlio è omosessuale. Sono pieni di amore e desiderano supportarlo, ma allo stesso tempo hanno paura di incoraggiare l’identità LGBTQ+ del figlio o di allontanarlo involontariamente. Spesso, la loro ansia e paura li portano a reagire in modo negativo, anche se il loro intento è proteggere il figlio dalla cattiveria degli altri. Questi commenti possono essere interpretati come rifiuto dai giovani, ma in realtà possono riflettere l’ansia e la preoccupazione dei genitori. Quando i genitori capiscono che le loro azioni influenzano il benessere dei loro figli, possono diventare più motivati ​​a imparare come sostenerli adeguatamente.

I giovani adulti accettati dalla loro famiglia mostrano una migliore salute mentale e fisica, e sono più propensi a immaginare una vita felice e produttiva come adulti LGBTQ+. La ricerca suggerisce che anche piccoli cambiamenti nel comportamento dei genitori possono ridurre significativamente i rischi di gravi problemi di salute, sottolineando l’importanza del sostegno familiare nell’affrontare le sfide legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale.

  1. Modelli della letteratura

Sono stati fatti negli anni vari modelli di sviluppo dell’identità omosessuale, ne esponiamo due:

Modello di Vivienne Cass. Questo modello prevede sei stadi, applicabili sia a ragazzi sia a ragazze, che comprendono:

  1. Pre-coming out: Confusione e scarsa consapevolezza della propria “differenza”;
  2. Confronto dell’identità: Maggiore consapevolezza dei propri sentimenti e inizio del coming out;
  3. Esplorazione dell’identità: Sperimentazione sociale e sessuale in contesti supportivi;
  4. Accettazione dell’identità: Capacità di gestire relazioni con persone etero e omosessuali;
  5. Orgoglio: Valorizzazione della propria identità omosessuale;
  6. Sintesi dell’identità: Serenità nel vivere la propria omosessualità senza paura.

Modello di McCarn e Fassinger. Questo modello riprende quello di Cass, ma distingue tra due dimensioni dello sviluppo dell’identità: quella individuale e quella di gruppo, ciascuna con quattro stadi:

  1. Consapevolezza: Iniziale sensibilizzazione;
  2. Esplorazione: Ricerca attiva di informazioni e contesti supportivi;
  3. Impegno: Maggiore identificazione e coinvolgimento;
  4. Sintesi: Integrazione serena dell’identità.

I precedenti modelli tradizionali sono stati criticati per essere troppo lineari e rigidi, poiché questi stadi e dimensioni possono evolvere a ritmi diversi, permettendo una crescita non necessariamente così coerente e uniforme.

Fonti:

Portale nazionale lgbt 

Neodemos

Formazione continua in psicologia