Mamma ho l’ansia. Problemi e concause di un’investitura generazionale mancata

Mamma ho l’ansia. Problemi e concause di un’investitura generazionale mancata

Nel libro “Manna ho l’ansia” la Dottoressa Stefania Andreoli, psicoterapeuta dell’adolescenza, risponde a una serie di domande, tra le quali: “Qual è il modo giusto di valutare e affrontare l’ansia vissuta dai giovani? Come distinguere le normali paure adolescenziali da quelle patologiche?” esaminando le molteplici cause di stress a cui sono sottoposti gli adolescenti, i modelli culturali e familiari che stano cambiando.

La dott.ssa Andreoli inquadra un fenomeno crescente negli ultimi anni: l’ansia tra i giovani.

Nella società postmoderna le famiglie hanno la caratteristica di voler evitare il più possibile i conflitti, inoltre i ragazzi si trovano a vivere in una società altamente competitiva di tipo performativa, tutto questo può generare ansia. L’ansia, che fino ad ora era considerata un problema degli adulti, ha fatto capolino nella vita dei giovani spaventando i genitori e gli stessi adolescenti che la provano.

La Dott.ssa Andreoli nel suo testo parte dal dare una ‘definizione’ di questa emozione, “L’ansia è l’espressione di ciò che dentro di noi sentiamo come vitale, importante, addirittura necessario, o urgente”, per poi poterla indagare meglio in maniera individuale in quella che a lei piace chiamare la stanza delle parole.

La dottoressa Andreoli ci racconta di mamme e papà preoccupati che si rivolgono a lei, e nei diversi casi che espone si evince che apparentemente sono delle famiglie in cui va tutto benissimo, non esistono conflitti, niente regole, i genitori tendono ad essere dei Super Genitori, tutto è pericolosamente perfetto. Alcune volte queste mamme e papà sono eccessivamente protettivi, come dice la dott.ssa Andreoli “il genitore ansioso non riesce a tifare per lo sviluppo evolutivo del figlio, perché avendo paura di ciò che potrebbe capitargli, finirà per preferire che non gli capiti nulla, nemmeno la vita”.

Le ragioni per la quale si può generare ansia sono molteplici per dirlo con le parole della Andreoli “L’ansia non parla la lingua lineare e facilmente traducibile dello stimolo che si individua (o si cerca di individuare) come sua causa scatenante, bensì quella dei significati che gli vengono soggettivamente attribuiti da parte di chi ne soffre.”

I genitori sono così impegnati nel dare ai propri figli il meglio, che fanno di tutto affinché non provino disagio. Escludendo il disagio dalle loro vite non gli insegnano che in realtà il disagio fa parte della vita di tutti noi e i ragazzi si trovano sprovvisti di strumenti per affrontarlo.

Spesso la manifestazione dell’ansia avviene a scuola, questo potrebbe far pensare a una dinamica di causa-effetto dove la responsabilità dell’ansia viene data a quest’ultima, tuttavia la Dottoressa ci spiega che questa è una falsa pista: la scuola è l’ambiente dove gli adolescenti passano moltissime ore del loro tempo motivo per cui spesso il disagio si manifesta in questi luoghi, ma i fattori scatenanti sono da ricercare altrove.

Ai Super Genitori piacciono moltissimo i propri figli, ma non le loro caratteristiche adolescenziali, nemmeno quando i ragazzi hanno l’età per incarnarle di diritto.”

Per gli adolescenti diventa difficile diventare adulti se prima i genitori non li lasciano essere giovani.

La Dottoressa ci espone poi la figura dell’adolescente postmoderno narciso. Sono adolescenti che crescono in famiglie dove gli viene dato tutto, sono cresciuti in un luogo sicuro, dove ricevono gratificazioni, conferme e amore incondizionato.

A Narciso, figlio dei Super Genitori, abbiamo insegnato più a riuscire che a fallire

Quello che sovente capita è che nonostante l’impegno da parte dei loro genitori a non fargli mancare nulla, a non sentire disagio, gli adolescenti sentano un grande senso di inadeguatezza, hanno paura di non farcela, si sentono “poco”. Tutto ciò nelle occasioni più disparate può far sopraggiungere la nostra amica ansia, e l’ansia non è il problema ma la cura. Porta con sé dei messaggi, delle questioni sopite che vanno indagate in terapia per poter finalmente dare un nome alle cose. Il testo della Dott.ssa Andreoli si chiude con un messaggio positivo, la possibilità di essere accolti ed aiutati sia per i figli adolescenti che per i genitori. È un libro che tutti coloro che hanno a che fare con i giovani potrebbero leggere, è un testo piacevole che offre molti spunti di riflessione. In modo chiaro e professionale fa una disamina degli adolescenti del nostro tempo, delle famiglie e dell’ansia che spesso s’insinua in questo quadretto familiare apparentemente da pubblicità, donandoci una chiave d’interpretazione per osservare tutto quanto con una certa benevolenza.