Sempre più di frequente vengono proposti, a operatori e responsabili delle politiche e dei servizi sanitari e socio-sanitari, “cassette degli attrezzi” e manuali che spiegano come fare le cose. Sappiamo che le linee guida hanno un valore, oltre che di indirizzo, anche di tutela nella gestione dei rischi clinico-sanitari; nel caso dei tool kit si tratta invece di escamotages tesi a sollecitare l’innovazione e la qualificazione gestionale e produttiva.
In questo caso l’OMS si è occupata di un tema ampio e difficile, come quello dello stigma.
Lo stigma e la discriminazione riguardanti la salute mentale e i suoi aspetti sono estesi e dolorosi. Il ridurre questi due fattori di rischio può portare benefici a famiglie, società ed economie: tutto ciò può salvare delle vite.
La cosiddetta “cassetta degli attrezzi” rimanda a una guida metodologica su come raggiungere questo obiettivo, attraverso tre principi basati sull’esperienza.
I programmi anti-stigma dovrebbero:
- Essere condotti o co-condotti da persone che hanno vissuto esperienze di salute mentale.
- Usare strategie basate sul contatto sociale.
- Essere costruiti su collaborazioni inclusive.
Questi tre principi possono essere realizzati attraverso un processo in quattro fasi: identificare e definire gli obiettivi, pianificare e preparare, lanciare ed imparare, oltre che riflettere e procedere. Dodici studi di casi globali sono stati analizzati per riflettere sul processo, evidenziandone pro e contro, oltre che le reali dimensioni. Stigma e discriminazione possono essere eliminati se ciascuno di noi agisse come qualcuno che usa la “cassetta degli attrezzi”.
“Noi possiamo eliminare lo stigma e la discriminazione nell’ambito della salute mentale”.
Questo è il chiaro grido della Lancet Commission sull’Eliminazione dello Stigma e della Discriminazione nella Salute Mentale, con l’emanazione di otto raccomandazioni su come raggiungere questo obiettivo. La Lancet Commission ha sintetizzato risultati da oltre 200 rewiew globali. I risultati non possono che essere più certi: la discriminazione e lo stigma sulla salute mentale riguardano un numero considerevole di persone e possono essere incredibilmente dannosi; tutto ciò si basa sulla considerazione di gruppi che hanno vissuto esperienze traumatiche riguardanti la salute mentale, peggiori rispetto alle loro condizioni psichiche quotidiane.
La “Cassetta degli Attrezzi” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è pensata per promuovere un movimento per far termine lo stigma e la discriminazione contro chi soffre di patologie psichiche. Questa “cassetta” è intesa per tutti quelli che vogliono essere inclusi in un impegno anti-stigma.
Questo strumento non dà indicazioni minuziose su come impostare attività anti-stigma; piuttosto presenta informazioni su cosa sia necessario, che può essere adattato per ogni contesto.
Tutti i tipi di stigma, c’è da ricordarlo, sono dannosi. Non solo quelli riguardanti la salute mentale ma anche quelli di altro genere (ad esempio sulla propria capacità di essere indipendenti: “Come faccio a farlo, se non so tenere in ordine una casa?” e giù di pregiudizi).
La salute mentale è fondamentale tanto quanto quella fisica, seppur la prima venga svalutata in molti casi. L’OMS ha fornito questo ToolKit proprio per aiutare le persone in difficoltà psichica e chi vuole aiutarle, con dei passi semplici ma decisi, espressi in uno strumento come quello citato poc’anzi.
Ci si augura di riuscire sempre di più a fare passi in avanti e a diminuire lo stigma- insieme alla discriminazione- attorno all’ambito della salute mentale.
Per ulteriori informazioni, ecco il link della pagina dell’OMS, in lingua inglese, da cui scaricare il toolkit.
Riferimenti: Thornicroft G, Sunkel C, Aliev AA, Baker S, Brohan E, el Chammay R et al. The Lancet
Commission on Ending Stigma and Discrimination in Mental Health. Lancet. 2022;
400(10361):1438–80 (https://doi.org/10.1016/S0140-6736(22)01470-2)