Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Riflessioni di Umberto Galimberti sull’alterità

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Riflessioni di Umberto Galimberti sull’alterità

Il 25 novembre 2022 si è celebrata la  Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, per sensibilizzare l’opinione pubblica su uno dei temi più in evidenza degli ultimi tempi.

Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3.

In Italia i dati ISTAT mostrano che il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.

In occasione di questo evento, volevamo riproporre alcune riflessioni di Umberto Galimberti tratte da una videoconferenza in cui parla del rapporto uomo-donna.

Nomina il femminicidio considerandolo una patologia molto diffusa al giorno d’oggi. Tuttavia, il filosofo suppone che, prima ancora della sistematizzazione dell’atto di sopraffazione, ci sia qualche cosa di istituzionale che legittima l’atto stesso, il riconoscimento.

Prosegue parlando della relazione e della sua struttura che sarebbe declinata tutta al femminile. Il prodotto della relazione è rappresentato dal due, uno per l’altro, e non dalla semplice somma di uno più uno. Due come numero portante, metaforicamente come numero primo. La donna è detentrice di onnipotenza nella gestione della relazione. È detentrice di onnipotenza nella caratterizzazione e costituzione dei poteri di vita e di morte, sempre intesi e simbolizzati nell’ambito della relazione sessuale.

Interessanti inoltre le riflessioni che fa sul significato e la funzionalità del matrimonio. È importante che l’individuo arrivi a comprendere l’altro (compagno) facendo conoscenza prima della propria controparte sessuale. I matrimoni funzionano inoltre solo se la relazione è infinita. Questo processo di comprensione infinita può verificarsi se e solo se, nel corso degli anni, il partner non riesce mai a toccare il fondo dell’altro affidando alla curiosità perenne qualcosa di inespresso che dura.

I matrimoni dice Galimberti, devono essere accessibili solo alle persone che hanno un grande rispetto dell’alterità. Quando due si sposano, è importante capire che l’altro è veramente un altro.

Cosa significa esattamente che l’altro è veramente un altro?

Vuol dire che l’altro non diventa una cosa mia, non è un mio possesso, non devo visualizzare l’altra persona limitatamente alla sua capacità di rispondere alle mie esigenze: questo è lo sguardo maschile. Per cui l’altro non deve essere solo una risposta ai miei bisogni e tutto il resto che è non diventa interessante.

Roland Barthes dice: “Io desidero il mio desiderio, l’essere amato, invece, è solo un accessorio”. Ciò che desideriamo è l’innamoramento dell’amore in sé, non l’essere amati da qualcuno nello specifico. Noi siamo innamorati dell’idea platonica di amore. Mentre l’essere amato non è che il suo accessorio.

Ci chiediamo se, alla luce delle riflessioni del filosofo, non si renda necessaria una formazione, promozione e prevenzione continua volta al cambiamento culturale che promuova il rispetto dell’altro. Ovvio è che, tutto ciò che è stato fatto finora, non basta.

Guarda il video qui.