Festival Tracce #1. Come ripensare la follia. Il confronto tra Francia e Italia

Festival Tracce #1.  Come ripensare la follia. Il confronto tra Francia e Italia

Il 10-11-12 novembre 2022 si è tenuto a Roma Tracce #1 Arte+Alterità+altrove, il festival organizzato dall’Asl Roma 2 U.O.C. D8 e dal Centre Hospitalier Les Murets (Parigi), SIC12artstudio e il Municipio VIII, tutto incentrato sull’arte e sull’idea di interrogarsi sul concetto di follia e su tutto ciò che essa evoca.

A dare il benvenuto nella giornata del 10 novembre presso il centro Diurno San Paolo, c’erano il Dr. Stefano Milano e Dr. Sergio Nascimbeni (D.S.M U.O.C Salute Mentale D8), la Dott.ssa Paula Prouheze (Servizi Psichiatrici Les Murets di Parigi – La Queue en Brie), Amedeo Ciaccheri (presidente), Maya Vetri (assessora alla cultura), Alessandra Aluigi (assessora alle politiche sociali) Municipio VIII Roma.

Evento centrale è stata la Conferenza del Dr. Parviz Denis, responsabile del IV settore dei Servizi Psichiatrici Les Murets di Parigi (La Queue en Brie), dal titolo “Psichiatria alternativa o alternativa alla psichiatria?

Di cui è possibile ascoltare l’intervento integrale cliccando qui sul sito di Radio Fuori Onda.

Un simposio tra Italia e Francia dove la parola chiave è stata “ponte”. Questo vuole essere un collegamento prim’ancora che tra due nazioni tra luoghi, i luoghi dove ci sono i pazienti e l’esterno. Ecco quindi che questa parola ha una pregnanza non indifferente. A gettare la prima pietra del ponte è stato, in Italia Basaglia; ciò culminò con la legge del 1978 atta a cancellare una brutta realtà che era fortemente discriminatoria per colui che si trovava dentro i manicomi. La vera rivoluzione è stata sottolineare che, l’utente, prima di essere tale, è una persona e ciò ha portato al progressivo superamento delle misure di contenzione. Quando si parla di salute mentale, inevitabilmente, ci si riferisce anche al territorio e alla percezione che esso ha del disagio psichico.

È interessante notare come in Francia la parola “desease” (disagio) non abbia un senso specifico e unilaterale. Viene spesso usata invece, al suo posto, la parola malattia in senso generico. La malattia organica, tuttavia, definisce un male parziale della persona, e non ha carattere definitorio ed identificativo come la malattia mentale. Costruire ponti, lanciare sfide attraverso l’arte, può aiutare a rielaborare e ridefinire il concetto di salute mentale e allo stesso tempo di malattia mentale fuori e dentro le istituzioni. Si sottolinea come al di là dei convegni come quello di San Paolo, va promosso un allargamento delle conoscenze, ed un’amplificazione delle coscienze su tutto il territorio, in modo che queste attecchiscano più profondamente e non solo formalmente, nella realtà contingente. La trasformazione all’interno degli ospedali psichiatrici va garantita come un’opportunità di iniziativa nelle istituzioni trasversali, tra cui compaiono anche i centri diurni.

Denis Parviz ci dice che attualmente c’è una diffusa disapprovazione dell’istituzione psichiatrica. Un eventuale cambiamento di paradigma è quello che passa per una serie di riforme radicali in modo da incidere nei percorsi storici dell’istituzione psichiatrica, dell’insorgenza dell’antipsichiatria, nella interazione tra storia e opinione generale. La psichiatria ideologica e farmacologica oggi si muovono parallelamente e fanno riferimento a diverse correnti tra cui la psichiatria istituzionale, l’anti psichiatria e la psichiatria zonale, di settore. Nell’intervista si fa riferimento ad una malattia mentale molto diffusa come la schizofrenia e si sottolinea come bisogna sollecitare una maggiore comprensione dello stato del paziente e dei suoi bisogni. Anche gli schizofrenici devono avere la possibilità di accedere a loro stessi, al diritto di vivere una dimensione di tipo interiore. Vivendo una forma di attesa indefinita, avrebbero bisogno di prestare attenzione agli assiomi della vita quotidiana. Vi sono anche correnti di pensiero che scardinano lo stigma e il pregiudizio su cosa è la malattia mentale, e soprattutto su cosa è la psicosi. Queste correnti considerano la psicoanalisi come qualcosa di profondamente borghese. La psichiatria di settore (cioè di prossimità) garantirebbe, al contrario, una maggiore vicinanza al malato, pur con tutte le sue difficoltà. La società in cui ci troviamo a vivere, però, rimane, nonostante la legge 180, una società psicopatogena. Concludendo, cosi come diceva Basaglia, la chiusura dei manicomi non è sufficiente al cambiamento. È solo il primo passo verso una trasformazione delle istituzioni  dall’interno. E questo va fatto visceralmente.

 

La lettura di brevi passi tratti da una poesia di Rimbaud hanno accolto e omaggiato la delegazione francese. 

Ho visto arcipelaghi siderali! e isole

I cui cieli deliranti sono aperti al vogatore:

– È in queste notti senza fondo che tu dormi e t’esili,

Stuolo di uccelli d’oro, o futuro Vigore?

 

Ma, davvero, ho pianto troppo! Le Albe sono strazianti,

Ogni luna è atroce ed ogni sole amaro:

L’acre amore mi ha gonfiato di torpori inebrianti.

Oh che la mia chiglia esploda! Oh che io vada verso il mare!

 

La follia: un’ossessione romantica

Il battello ebbro di Rimbaud naviga sulle onde dei sentimenti che spesso e volentieri se forti e intensi causano quello stato di estasi oppiacea che trascina e avvolge l’animo al livello tale che esso si fa trascinare dalla corrente. Ciò non è una meta, una rivelazione, una epifania joyciana ma più un passaggio anestetico che discosta il navigante dai dolori dell’esistenza. Dal testo della poesia emergono dei tratti di fortissimo impatto dove tutto è inquieto per poi fermarsi alla fine. Questa fine viene vissuta con un certo rammarico dal narratore come se ne risentisse della mancanza di questo viaggio confuso, feroce ed intenso. E’ tutto come se non si potesse fare a meno della follia…è tutto come se tutto chiedesse follia. Follia come libertà d’espressione, come salto nel vuoto , come tempesta intorno a noi. In questo vortice trovare una risposta ferma su cosa sia la follia per me è quasi impossibile fatto sta che si potrebbe dire: essa è come il fuoco se lo si sa usare scalda se fuori controllo fa danni.