Disturbi alimentari e adolescenti: come è cambiata la situazione dalla Didattica a Distanza a oggi

Disturbi alimentari e adolescenti: come è cambiata la situazione dalla Didattica a Distanza a oggi

Ansia e stress i primi sintomi, disturbi alimentari e autolesionismo le conseguenze. Il periodo della Didattica a Distanza ha messo in difficoltà bambini e adolescenti non solo a livello sociale, ma anche psicologico. A partire dai dati raccolti nel 2021, si può evincere come vi sia stato un aumento del 30% dei casi di disturbi dell’alimentazione tra i ragazzi e i bambini; l’autolesionismo accompagna spesso e volentieri i disturbi alimentari di vario genere, come anoressia, bulimia, binge eating e tanti altri ancora.

Simonetta Marucci, endocrinologa dell’AME (Associazione Medici Endocrinologi) ed esperta dei disturbi del comportamento alimentare, spiega questo connubio di fenomeni come una conseguenza del disturbo da stress post-traumatico, causato sia dalla passata emergenza COVID-19 che dall’isolamento sociale direttamente collegato a quest’ultima.

L’essere lontani da scuola non ha giovato alle menti dei giovanissimi: avendo come unico collegamento con l’istituzione un pc è stato molto più facile essere assaliti da pensieri negativi. Così l’autolesionismo si pone come via di liberazione da tutto ciò, perché causarsi del dolore fisico aiuta a combattere quello mentale.

Durante l’emergenza COVID-19, il sostegno alle famiglie e ai ragazzi stessi è stato carente, tanto che le prime non sapevano propriamente dove rivolgersi per salvaguardare i propri figli. Il web è stato utile per confrontarsi a livello di consulenze online ma ha avuto anche più di un aspetto negativo, dato che i giovanissimi possono trovarci gruppi a favore dell’eccessiva magrezza o anche “consigli” su come rigettare il cibo e causarsi ferite.

La dottoressa Marucci ha consigliato di fare attenzione ad alcuni segnali d’allarme come, ad esempio, l’isolamento rispetto alla famiglia, l’eccessiva attenzione al corpo e l’evitare di condividere pasti insieme ai famigliari, magari dicendo di aver già pranzato/cenato.

Gli aiuti ci sono per cercare di alleviare la sofferenza causata dai disturbi alimentari e dall’autolesionismo, il tutto sta nell’affidarsi a specialisti che possano aiutare ad uscirne con i giusti tempi. Soprattutto è importante parlare di ciò che si sente e non chiudersi, perché solo così ci si può liberare di questi fenomeni negativi.

Per la fonte dell’articolo sul Messaggero cliccare qui.