Brubaker: una riforma che parte dal basso, un lungo viaggio dal carcere alle istituzioni

Brubaker: una riforma che parte dal basso, un lungo viaggio dal carcere alle istituzioni

Brubaker è un film del 1980 che ha come tematica le condizioni dei detenuti nel carcere di Wakefield in Arkansas. Precedentemente all’inizio della storia, in questo luogo, nel tentativo di creare un interscambio tra il dentro e il fuori dell’istituto penitenziario, tra detenuti e uomini liberi si era creata una situazione opposta ai desiderata, che sfociava pertanto in un rapporto di sudditanza e di sfruttamento. Questo interscambio era basato su dei lavori che i detenuti dovevano fare per delle persone al di fuori del luogo di reclusione. Queste erano pesanti corvées in cui i detenuti erano impiegati come lavoratori a titolo gratuito. Nell’istituto, per dare una parvenza di normalità, era stata istituita la figura dell’ “affidabile”: detenuti che collaboravano con la direzione carceraria. Le condizioni di vita nel carcere erano talmente disumane che i carcerati erano costretti, ad esempio, a mangiare carne avariata.

Brubaker entra a Wakefield come infiltrato; ben presto si rende conto della pessima situazione in cui versa il carcere e, una volta diventato direttore dello stesso, vuole attuare un cambiamento. Inizia commissionando l’ordine di svariate paia di occhiali da sole per i detenuti rinchiusi al buio perché, concessa l’ora d’aria e non essendo abituati alla luce del sole, vuole evitare che ne rimangano offesi.

Con l’avvento di questo nuovo direttore, i detenuti iniziano finalmente a mangiare la carne che essi stessi producono, quindi più sana. Si abolisce l’uso della frusta per le punizioni corporali, molte volte immotivate; inoltre manda via il medico che chiedeva di essere pagato per attuare prestazioni mediche.

Nel film, quando il direttore Brubaker parla con i governanti e non cede sulle sue posizioni, viene detta la frase “se non sei dentro un sistema, non puoi cambiarlo”: la frase è detta perché ci si aspettava che il direttore mediasse concedendo in cambio qualcosa. Come per contrario fece Basaglia con un’opera magistrale, sfociata addirittura a livello legislativo con la legge 180. Basaglia riuscì a cambiare il sistema a piccoli passi, prima modificando la struttura sociale dei manicomi, poi promuovendone la progressiva chiusura. La frase “se non sei dentro un sistema non puoi cambiarlo“ ha in sé una sua ambivalenza, poiché molte volte a cambiare un sistema è un agente estraneo. Al netto di questi ragionamenti, Brubaker che posizione poteva avere? Esogena o endogena al sistema? In estrema sintesi: con un piede ci stava dentro, visto che era un infiltrato all’interno dell’istituto penitenziario; con l’altro ne stava fuori dal momento in cui voleva una riforma pressoché totale che riguardasse i diritti e la dignità dei detenuti, non tutelati all’interno di quell’istituzione.

Come ogni riforma che si rispetti, quella di Brubaker ha avuto bisogno di tempo e modus operandi giusti, oltre che di circostanze adatte; ma ancora molti sono i passi da fare nel mondo per i diritti e le condizioni dei detenuti.

 

Il film è del 1980: quelli sono gli anni in cui in diverse parti del mondo si afferma un movimento culturale, sociale e poi di trasformazione normativa che conosciamo come movimento per la deistituzionalizzazione. In Italia la testimonianza più forte dal punto di vista storico coincide sicuramente con l’operato e la figura di Franco Basaglia. Ma anche in Italia la deistituzionalizzazione riguardò ad esempio i minori confinati negli orfanatrofi, i disabili rinchiusi negli istituti e in parte anche gli anziani ricoverati negli ospizi. La deistituzionalizzazione ha avuto tempi e modi diversi nel mondo occidentale. Resta comunque un segno di una grande stagione di riforme democratiche per l’affermazione dei diritti civili e sociali.