Sono passati 14 anni da quando, alla Camera dei Deputati, fu affidata alla commissione Affari Sociali la prima proposta di legge che proponeva L’Istituzione della figura professionale dello Psicologo di Base. La proposta non è mai stata discussa, ma da allora tutte le forze politiche principali presenti in parlamento, sia di destra che di sinistra, hanno avanzato altre iniziative legislative sullo stesso tema. L’ultimo disegno di legge è stato depositato al Senato 3 giorni fa (DDL S.654).
In attesa di un provvedimento nazionale uniforme, però, sono almeno 9 le Regioni Italiane che, definitivamente o in via sperimentale, hanno introdotto e regolamentato la psicologia di base nell’ordinamento sanitario. Parliamo di Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana. Altre Regioni (come la Calabria, il Lazio e le Marche) hanno provvedimenti normativi in discussione, anche con l’approvazione dei rispettivi Consigli Regionali.
Ma perché è così difficile arrivare ad un provvedimento nazionale omogeneo, a fronte di un riconoscimento quasi corale dell’utilità dell’introduzione della psicologia tra i livelli fondamentali del sistema delle cure di base?
La questione sembra sempre quella, inevitabile, del finanziamento del servizio. Spetterebbe al Ministero della Salute individuare gli strumenti per la copertura di quello che, inevitabilmente, si presenta come un nuovo capitolo di spesa nel Bilancio dello Stato: e, il Ministero, non ha ancora sciolto la questione.
Basandoci sulle previsioni di spesa messe a bilancio da alcune regioni, l’avvio del servizio richiederebbe una spesa di almeno 72 milioni di euro annui. Non una gran cifra, ma considerando gli altri interventi di sostegno psicologico (tra cui il bonus psicologo) previsti dalla recente legge finanziaria sarebbe stato sicuramente l’intervento più costoso. Un sostegno potrebbe venire dall’attuazione delle misure del PNRR di Riforma dell’assistenza territoriale, soprattutto dove si tratta di messa a regime del modello delle Case di Comunità, il presidio presso cui si prevede di dare spazio allo psicologo di base.
Sempre sperando che non siano solo mura.
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