Un quadro d’insieme: i dati statistici più recenti sul disagio psichico

Un quadro d’insieme: i dati statistici più recenti sul disagio psichico

Nei giorni in cui a Roma si è svolto il Festival della Salute Mentale Ro.mens, e in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 ottobre), sono stati resi noti i dati delle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento (PdA) coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) raccolti nel biennio 2021-2022; dai dati emerge che circa il 6% della popolazione adulta riferisce sintomi depressivi che però sono più frequenti all’aumentare dell’età e tra chi vive in condizioni socio-economiche svantaggiate.

Passi, un sistema di sorveglianza dedicato agli adulti, e Passi d’argento, dedicato alle persone anziane, considerano persone con sintomi di depressione coloro che nelle due settimane precedenti l’intervista hanno sperimentato sintomi di umore depresso e/o di anedonia (perdita di interesse nelle attività della vita di tutti i giorni) in modo duraturo.

Tra gli adulti, i sintomi depressivi arrivano all’8% fra le donne, all’11% tra le persone che hanno un basso livello di istruzione, al 17% tra chi riporta difficoltà economiche e al 9% tra chi vive una condizione precaria in ambito lavorativo. Tra le persone affette da patologia cronica la stima raggiunge il 12%.

Secondo altri dati, come riferisce Claudio Mencacci, presidente onorario Società Italiana di Psichiatria (SIP) e direttore emerito del dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, circa una persona su tre manifesta sintomi depressivi, e ciò influenza negativamente l’insorgenza e il decorso di alcune malattie oncologiche, cardiovascolari e polmonari.

Inoltre, molte persone con sintomi depressivi non chiedono aiuto (il 28% tra gli adulti e il 38% tra gli anziani), invece chi lo fa si rivolge soprattutto ai propri familiari o amici. Ciò succede spesso anche a causa dello stigma che circonda la depressione e altre malattie mentali.

In generale, l’OMS comunica che sono aumentate del 30% le diagnosi di disturbi mentali. In Italia, 6 persone su 10 dicono di convivere con disagio psicologico.

Se poi si analizza questo dato emerge che sono in numero maggiore donne e giovani della generazione Z (questi dati sono forniti da Inc Non Profit Lab, Astraricerche e Rai per la Sostenibilità: clicca qui). Preoccupa particolarmente la generazione Z: in Italia, specifica lo studio, il 10,8% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni “assume psicofarmaci senza prescrizione medica”. Non solo. L’Unicef, nell’ultimo report diffuso, parla anche del delicatissimo tema del suicidio che risulta essere, nel mondo, la quarta causa principale di morte tra chi ha tra i 15 e i 19 anni.

Per quanto riguarda gli adolescenti, come riferisce Emi Bondi, presidente della SIP, almeno 700.000 tra questi sono dipendenti da web, social e videogiochi, oltre a quelli vittime di ansia e depressione.

La salute mentale, scrivono i ricercatori, rimane una componente fondamentale per la salute delle persone e per realizzarsi pienamente come persona e poter contribuire alla vita della comunità.

La nostra Costituzione difende il diritto alla salute, e la salute mentale non può rimanerne esclusa.

È difficile combattere il pregiudizio ma dobbiamo provarci!

Ro.mens, il primo Festival della Salute Mentale, giunto quest’anno alla seconda edizione, ha abbracciato proprio questa missione: cercare di smontare quelli che sono considerati i tre pregiudizi fondamentali sul malato psichiatrico: incurabilità, pericolosità sociale e improduttività. E per smentire questi preconcetti e costruire un progetto di emancipazione e guarigione, come sottolinea Massimo Cozza, direttore del dipartimento salute mentale dell’Asl Roma 2, da una parte occorre un investimento economico ingente; infatti, ora come ora, secondo la Società Italiana di Psichiatria, la depressione vale il 4% del Pil tra spese dirette e indirette. Inoltre, nell’ambito dei fondi sanitari solo il 3% viene investito nella salute mentale, a fronte del 10% secondo quanto raccomanda l’Europa.

Dall’altra parte, è necessaria anche una promozione di tipo culturale: investire non solo di più in senso lato, ma lavorare continuamente, assiduamente sul problema culturale di inclusione sociale.

 

Per approfondimenti:

Giornata mondiale della salute mentale: i disagi sono in crescita, soprattutto tra i più giovani. Ma mancano gli investimenti

Fedez: “Non si investe abbastanza in salute mentale. La depressione vale il 4% del Pil”

Malattie mentali pandemia del futuro: boom (+30%) delle diagnosi