Un Caffè con il Prof. L’iniziativa di un docente per un rientro positivo a scuola

Un Caffè con il Prof. L’iniziativa di un docente per un rientro positivo a scuola

In questi giorni per milioni di studenti italiani è arrivato il momento del rientro a scuola, accompagnato da innumerevoli forti emozioni che ogni giovane prova a riguardo.

In supporto ai suoi studenti, il docente e divulgatore social Sandro Marenco ha creato un’originale iniziativa che lui ha chiamato “Un Caffè col Prof”.

Nel suo video su Instagram, Marenco spiega che, dedicando del tempo extrascolastico ai suoi ragazzi per parlare delle loro difficoltà, riesce a creare uno spazio in cui gli studenti possono sentirsi al sicuro, comunicare i propri disagi e sfogare le loro frustrazioni. Marenco racconta che, non essendo uno psicologo, è riuscito però ad indirizzare uno studente a chiedere supporto su quel fronte. Fornendo ai suoi alunni questo spazio sicuro riesce ad alleviare i loro problemi, dandogli una valvola di sfogo e insegnandogli che va bene chiedere aiuto.

In generale, i primi giorni di scuola sono sempre fonte di stress e preoccupazione, e, nonostante dalla fine della pandemia la loro situazione mentale sia migliorata, il 51,4% dei ragazzi dice di soffrire in modo ricorrente di stati di ansia o tristezza prolungati. È quanto risulta da una consultazione pubblica online promossa dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza dove sono state raccolte le testimonianze di circa 7.500 studenti italiani della scuola secondaria. 

Iniziative come questa risaltano perché potrebbero avere il potere di alleviare il carico emotivo degli adolescenti e, permettendogli di sfogare le loro ansie, riuscire a fargli affrontare più serenamente la scuola. Ma non solo questo, perché in una scuola gli studenti non sono i soli a poter presentare delle difficoltà. Questi progetti infatti potrebbero aiutare anche i docenti a comprendere meglio i propri studenti, accorciando il divario tra le loro diverse esperienze e in alcuni casi potrebbero anche alleggerire il loro stress rispetto all’insegnamento.

Infatti, secondo uno studio del 2020 della Fondazione Agnelli, oltre il 40% degli insegnanti italiani segnala sintomi di esaurimento emotivo e burnout, riconducibili in parte sia alla difficoltà di relazione con gli alunni, oltre alla mancanza di tempo per preparare le lezioni, e sia alla difficoltà nel relazionarsi con gli stessi colleghi.

Le iniziative Un Caffè con il Prof e simili potrebbero avere ancora più valore per studenti ed insegnanti, considerando il nuovo divieto ministeriale sull’utilizzo dei telefoni cellulare in classe, entrato in vigore nei primi giorni di settembre? Forse sì, possibilmente spiegando il senso di questa scelta ai giovani per non farla recepire solo come regola da trasgredire.

A questo proposito Massimo Recalcati dice che il sequestro temporaneo degli smartphone non va interpretato come gesto punitivo fine a se stesso, per l’appunto, ma come un’azione necessaria per allontanare il soggetto in formazione dalla presenza costante di un oggetto, il cellulare, che rischia di essere esageratamente ingombrante nel suo pensiero o peggio di ridurne all’osso il suo utilizzo.

Il disagio psicologico degli studenti, esasperato da una realtà sempre connessa e frenetica, non può che ricevere conforto grazie ad un momento di pausa dedicato a riflessioni, sfoghi e condivisioni. Qualcosa che stimoli il pensiero critico dei giovani, che gli permetta di riflettere piuttosto che affrontare i problemi in maniera passiva, e che soprattutto metta a confronto esperienze diverse col dialogo tra persone e non tramite la tecnologia ormai onnipresente nel quotidiano.