Salute mentale e carcere. Riflettere per agire e formulare ipotesi alternative

Salute mentale e carcere. Riflettere per agire e formulare ipotesi alternative

Titolo: Salute mentale e carcere

Autore: Alberto Sbardella 

Anno: 2022

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Alberto Sbardella, romano, medico e psichiatra, ci offre con Salute mentale e Carcere, un’attenta analisi  dei rapporti tra salute mentale e istituzione carceraria cercando di delinearne i progressi e i limiti.

Si pone l’attenzione sulla tutela della salute, sia fisica che psichica come diritto fondamentale dell’essere umano, sia dentro che fuori dal carcere. Il disagio psichico è il risultato di diversi fattori, psicologici, relazionali e ambientali che per ogni individuo si manifesta in maniera differente e personale.

Un monitoraggio puntuale  con i dati che riguardano la diffusione dei disturbi mentali in carcere è fornita dal rapporto Antigone, ma la pubblicazione di questo rapporto passa spesso in sordina senza creare reali cambiamenti al sistema. In moltissimi casi il contesto ambientale risulta essere determinante nello sviluppo dei problemi di disagio psichico.

Un punto cruciale in questione è la presenza più o meno maggioritaria degli psichiatri in carcere. La risposta alla pressione dell’opinione pubblica di aumentare il numero di psichiatri nelle carceri non è la soluzione idonea a questo problema. Il personale sanitario e quello penitenziario dovrebbero lavorare sinergicamente per garantire un miglior servizio nei confronti dei detenuti. Pertanto il libro, rivolgendosi all’attenzione dell’opinione pubblica e degli esperti nel settore, ci restituisce un resoconto di momenti critici vissuti dal detenuto e dal corpo degli operatori sia giudiziari che sanitari, a partire dall’ingresso nel carcere, dalla valutazione del rischio suicidario, alla relazione con (argomento) gli psicofarmaci.

Dal 1975 ad oggi ci sono stati molti cambiamenti legislativi: con la legge 180, sono stati aboliti i manicomi; solo in seguito alle denunce e allo stato drammatico nel quale si trovavano gli internati, negli ex OPG, con le leggi n°9 del 2012 e n°81 del 2014 i suddetti sono stati gradualmente chiusi. Sempre riguardo la salute mentale in carcere il d.p.c.m. del 2008 indicava l’istituzione di sezioni carcerarie specializzate nelle REMS, così come diversi accordi stato-regione hanno indicato l’attivazione di articolazioni psichiatriche penitenziarie, o di articolazioni per la tutela della salute mentale.

Ma ancora tanta strada c’è da fare, con la consapevolezza che la salute mentale in carcere è parte integrante dei DSM, con il Centro di Salute Mentale attraverso la realizzazione dei progetti terapeutici alternativi individuali, con un’interlocuzione costante con l’Amministrazione Penitenziaria e con un rapporto di collaborazione con la Magistratura, tendendo ben distinti il mandato sanitario da quello custodiale.

Da questo importante percorso passa la trasformazione del concetto di “malato di mente”, da oggetto comunque irresponsabile da custodire senza diritti, a soggetto responsabile dei propri atti, da curare con tutti i suoi diritti.

È un libro che offre uno spazio di riflessione per tutti gli attori coinvolti ad affrontare le diverse problematiche non solo psichiche senza nasconderle dietro le sbarre”. Massimo Cozza, direttore Asl Roma2.