Raiplay Storie di cura e di crescita. Lo speciale “SOS adolescenti in crisi” contro lo stigma

Raiplay Storie di cura e di crescita. Lo speciale “SOS adolescenti in crisi” contro lo stigma

Durante il Ro.Mens 2022, Festival della Salute Mentale per l’inclusione sociale contro il pregiudizio, la Rai si è offerta gentilmente di collaborare con il DSM Asl Roma 2 nell’ambito del progetto “CreativaMente Insieme”, nell’ambito della manifestazione capitolina. Occasione per discutere sul disagio giovanile, con lo scopo di abbattere stigma e pregiudizio.

Rai Play dedica in esclusiva lo speciale SOS Adolescenti in crisi.

Nell’ambito della manifestazione sono stati intervistati vari ragazzi, ragazze e operatori sanitari della neuropsichiatria infantile: le loro storie colpiscono e descrivono un passaggio dalla sofferenza a una nuova rinascita, grazie anche alla frequentazione del Centro Diurno. Vi proponiamo, pertanto, la storia di Alessandro.

Questo ragazzo, una volta vissuto un episodio maniacale con stati di euforia durante l’estate del primo anno di liceo, è stato portato all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma per essere ricoverato nel reparto di Neuropsichiatria infantile, per tre settimane. Una volta uscito da lì, gli è stato diagnosticato il disturbo bipolare e prescritta una terapia farmacologica, poi scalata nel tempo fino ad eliminarla.

L’episodio maniacale di cui parla Alessandro si riferisce ad un concerto, a cui era andato con la sorella e il migliore amico: racconta di aver percepito una forte “connessione telepatica” con il cantante del gruppo e di averne parlato successivamente con il suo migliore amico, che non ha dato tanto peso alle sue esternazioni. Dopo un po’ di tempo e con i genitori accortisi dei discorsi deliranti e dello stato di sovraeccitazione del figlio, questi ultimi decidono di portarlo in ospedale per una consulenza.

Alessandro parla di debito di gratitudine nei confronti del centro diurno che l’ha aiutato e che ha fatto la differenza nel suo percorso di vita e ribadisce l’importanza della cura e dell’attenzione quando ci si ritrova a un bivio; ha deciso di mettersi a disposizione come volontario e di proseguire gli studi in medicina, specializzandosi in neuropsichiatria infantile.

Il primo punto che vogliamo analizzare è il cosiddetto gruppo dei pari: un vero e proprio laboratorio dove i ragazzi, soli e spaventati dalla vita quotidiana, vengono aiutati dagli altri adolescenti già presenti per essere integrati nelle attività educative.

In seguito si parla dell’assistenza domiciliare che, a causa della pandemia da Covid-19, ha subito dei cambiamenti radicali a livello di protocolli sanitari: in questo modo si sono potuti raggiungere più ragazzi, all’interno delle loro situazioni difficili da gestire.

Si discute anche dell’équipe medica formata da varie personalità di tipo medico, educativo e psicologico. La terapia farmacologica riveste un ruolo importante perché, nella fase dello sviluppo adolescenziale, è necessario saper dosare bene al millesimo gli psicofarmaci, in base alle varie patologie trattate.

Alessandro, Carolina, Chiara e Natalia non sono ragazzi diversi dagli altri solo perché hanno sofferto di disagi psichici, anzi: hanno saputo fare delle loro debolezze una forza e ciò ha reso questi adolescenti più consapevoli delle proprie capacità.

L’accoglienza nel Servizio inizia con una prima visita fatta alla persona, con la quale si comincia un primo percorso di conoscenza che porterà ad interventi medici in grado di diminuire la sofferenza del giovane paziente.

La famiglia viene coinvolta a tutto tondo, in un percorso in grado di aiutare i ragazzi adolescenti a crescere e ad “uscire” dalle difficoltà in cui si ritrovano. Non è sempre semplice, anzi: con il giusto aiuto professionale e familiare, un barlume di speranza c’è sempre.

Chissà che, alla fin fine, questi ragazzi non possano insegnarci ad apprezzare in maniera migliore la quotidianità, nonostante tutte le difficoltà che possono insorgere giorno dopo giorno.