Psichiatria Democratica, la Società Italiana Fondata da Franco Basaglia e il movimento di liberazione del malato dalla segregazione manicomiale, lancia una lettera aperta agli operatori dei Servizi di Salute Mentale.
Da sempre la loro azione è volta all’individuazione nel cittadino, nella persona, dei bisogni sociali non soddisfatti e alla ricerca e al coinvolgimento delle forze sociali coinvolte o da coinvolgere proprio ai fini di questa lotta.
A questo proposito, Psichiatria Democratica invita tutti gli operatori dei servizi in un dialogo aperto al confronto e alla collaborazione tra singoli e/o gruppi di lavoro chiamati in causa riguardo le seguenti criticità:
- le misure di sicurezza richieste e invocate dall’autorità giudiziaria;
- il ruolo che l’autorità giudiziaria svolge, anche indirettamente, nelle decisioni operative e cliniche in cui è in gioco la responsabilità penale dei curanti e che finisce spesso per privilegiare i comportamenti difensivi rispetto a quelli terapeutici;
- l’estensione delle prerogative degli AdS che conferisce loro poteri di decisione sugli atti di cura;
- la sollecitazione da parte delle forze dell’ordine a intervenire e “controllare” persone da loro individuate, i cui comportamenti disturbanti sovente sono connessi all’uso di sostanze;
- il ruolo dei Servizi Sociali dei Municipi e dei Comuni e l’invio di situazioni complesse spesso in assenza di una reale collaborazione per ambiti di competenza.
È da tempo ormai che si assiste e si denuncia un palese sovraccarico da parte degli operatori in affanno, con conseguente paralisi dei DSM e un crescente vissuto di solitudine e confusione. Si rende necessario, dunque, uno spazio per una nuova assunzione di significato volta a far fronte alle emergenze di condizioni psichiche di sofferenza.
Sarà cura di Psichiatria Democratica impegnarsi a redigere un documento conclusivo che verrà trasmesso al Tavolo Tecnico Ministeriale sulla Salute Mentale di cui sono membri.