Lo specchio dell’obesità: l’impatto dei social network e la correlazione con i DCA

Lo specchio dell’obesità: l’impatto dei social network e la correlazione con i DCA

L’obesità è considerata una malattia cronica non trasmissibile che prevede l’eccesso di peso corporeo, con un indice di massa corporea superiore a 30, in particolare in alcune zone (parte addominale, fianchi, cosce).

La Giornata Mondiale dell’Obesità (World Obesity Day), ogni 4 marzo, è stata istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation e coinvolge vari enti come organizzazioni e associazioni, oltre che individui. Fu creata con l’obiettivo di sensibilizzare riguardo la crisi globale dell’obesità e di incoraggiare la prevenzione di questa malattia, evitando stigmatizzazioni e pregiudizi verso chi vive questa condizione. Il tema di quest’anno è stato “Let’s talk about obesity and…”: l’obesità è data da molteplici fattori riguardanti soggetti diversi, in paesi e culture diverse.

Le cause che possono scatenare questo disturbo sono varie: sedentarietà, dieta, geni, stile di vita, alcune patologie e uso di determinati farmaci. Uno stile di vita sedentario, con poco movimento, aumenta il rischio di prendere peso e di sviluppare molte malattie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, cardiopatie e può portare a morte precoce. L’uso di certi farmaci come, ad esempio, gli antidepressivi, gli anticonvulsionanti, gli antipertensivi e quelli per trattare il diabete mellito, possono incentivare l’aumento di peso. A livello di patologie, in particolare ormonali, si ricordano la sindrome di Cushing (eccessivi livelli di cortisolo nell’organismo) e la sindrome dell’ovaio policistico, che interessa il 5-10% delle donne.

È stata dimostrata una correlazione tra l’obesità e i disturbi del comportamento alimentare, come il disturbo da alimentazione incontrollata (conosciuto anche come Binge Eating Disorder, BED) e la sindrome da alimentazione notturna.

Il primo caso è caratterizzato da un’assunzione eccessiva di grandi quantità di cibo in breve tempo con, in seguito, un senso di perdita di controllo o di colpa. La maggior parte di chi ne soffre non usa metodi compensatori, come il vomito indotto. Il BED viene diagnosticato quando le “abbuffate” si verificano minimo due volte a settimana per almeno sei mesi.

Nel secondo caso ci si rifà a un’alimentazione insufficiente durante il giorno, con l’assunzione di grandi quantità di calorie la sera e il risveglio notturno per mangiare.

L’obesità viene diagnosticata principalmente tramite misurazione della circonferenza del grasso viscerale o addominale (vita) e dell’indice di massa corporea (IMC), oltre alla determinazione della composizione corporea in alcuni casi.

Sono circa 800 milioni i malati di obesità e sovrappeso nel mondo. Secondo le stime il numero aumenterà fino a raggiungere gli 1,9 miliardi di soggetti nel 2035, ovvero una persona su quattro; l’aumento dei casi di bambini obesi tra il 2020 e il 2035 risulterà essere del 100%.

In Italia le persone che soffrono di obesità sono l’11,4% della popolazione. Nel 2022 la percentuale di adulti con sovrappeso e obesità (46,3 %) è tornata ai livelli precedenti la pandemia, durante la quale si era raggiunto il picco del 47,6%.

Anche i social media hanno giocato un ruolo importante per quanto riguarda l’aumento del fattore obesità. Televisione e social network, infatti, giocano un ruolo fondamentale nella veicolazione di informazioni dannose riguardanti il cibo e il suo uso.

Sempre più pubblicità di cibo spazzatura (“junk food” in inglese) vengo passate in televisione durante gli orari di massima esposizione dei minori ad essa, mentre sui social vi è un “bombardamento” di informazioni e news riguardo prodotti cibari dannosi per la propria salute.

Per fortuna alcuni Stati europei hanno già messo in atto politiche per diminuire l’esposizione di bambini e ragazzi al marketing senza controllo di junk food. Il Regno Unito, ad esempio, ha vietato la pubblicità di questo tipo di prodotti sui canali dedicati ai bambini e su quelli dove questi ultimi rappresentano almeno il 24% di chi guarda. Transport for London ha eliminato la promozione di prodotti alimentari e bevande non sane sulla rete metropolitana. La Spagna, d’altro canto, ha messo in operandi due sistemi di autoregolamentazione, che vietano la promozione di cibo spazzatura ai minori di 15 anni su internet e ai minori di 12 anni su altri media.

L’OMS ha messo a punto il metodo CLICK (The Click Tool) per consentire agli Stati membri di comparare l’efficacia delle proprie politiche di prevenzione e controllo del marketing per i bambini/ragazzi di junk food. Con un monitoraggio composto da cinque fasi, si offre un approccio bilanciato per la comprensione e la mappatura del marketing digitale su scala globale, nazionale e regionale.

Le cinque fasi del “Click Tool” sono:

  • Comprehend the digital ecosystem,
  • Landscape of campaigns,
  • Investigate exposure,
  • Capture on-screen,
  • Knowledge sharing.

Ci sono altresì alcune associazioni che si occupano di sensibilizzare riguardo il tema dell’obesità. Una di queste è “Amici Obesi”, associazione no profit che persegue unicamente finalità di solidarietà sociale: come scopo ha quello di svolgere attività nel settore dell’assistenza sociale e socio-sanitaria nei confronti di persone affette da obesità e/o disturbi dell’alimentazione. La loro mission, attraverso varie attività come l’organizzazione di incontri con medici professionisti e la realizzazione di materiale informativo, si basa sull’auto-aiuto tra pazienti obesi e gli ex-obesi.

La prevenzione della consumazione di cibo spazzatura è un passo importante verso una società più in salute e meno affetta da determinate patologie legate al peso; tutto sta nell’impegno e nella coesione tra i soggetti che sono all’interno della società stessa, per raggiungere un fine comune che è la buona salute.