La salute mentale e il carcere: riflessioni

La salute mentale e il carcere: riflessioni

Sempre più spesso negli ultimi mesi abbiamo visto sulla stampa notizie relative a reati che colpiscono la sensibilità dell’opinione pubblica e in cui viene, dai mezzi di comunicazione, ipotizzata una “componente” psichiatrica nei soggetti che compiono reati o i numerosi episodi di suicidi in carcere.

Aldilà delle  approssimazioni e generalizzazioni che emergono nel lancio delle notizie, quello che sta accadendo  deve portare ad interrogarci e aprire un dibattito sulla situazione attuale che riguarda il rapporto tra la libertà di cura e gli autori di reato. Ci sembra che uno spunto interessante venga da questa riflessione Pietro Pellegrini, Giuseppina Paulillo e Anna Pellegrini dal titolo Il tempo di prendersi cura della salute mentale, insieme. L’articolo analizza la relazione del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale al parlamento nel 2022

“L’obiettivo principale è quello di incrementare il dialogo tra giustizia e servizio sanitario, quindi tra magistratura e dipartimento di salute mentale.
Se non cambiano le prassi, continueremo ad assistere ad un andamento fuorviante, tra liste di attesa e indisponibilità delle REMS, con conseguente aumento in carcere di persone con disagio psichico. Il rischio è quello che, i posti in più amplifichino la logica dell’espansione delle istituzioni totali. “

Noi nei mesi passati ci eravamo già occupati in questa sede dello stesso argomento pubblicando il Rapporto Antigone in uno nostro precedente articolo.