Interruzioni e interazioni

Interruzioni e interazioni

Nei mesi scorsi durante il periodo di quarantena, tutti noi abbiamo affrontato un pericolo inedito che ha messo in moto alcuni cambiamenti, come recuperare la dimensione di ciò che ci circonda, con lentezza, apprezzare e cogliere le cose sfuggevoli nel tran tran della vita. Questa visione appartiene alla nostra natura, è spontaneità che si realizza. Scoprire la natura che recupera terreno e si espande sia come flora sia come fauna, ci fa riaffiorare alla coscienza di essere una sola cosa con la natura e parte di una sola Vita.

Come già accaduto in passato questa pandemia sta mettendo a dura prova l’umanità, ma è proprio dopo essere passati per la sofferenza ed averla attraversata che si acquisisce una nuova consapevolezza e che, rinnovati da nuova linfa, si crea una nuova vita e si rinasce. Beneficiati di un salto evolutivo, ci si accorge ancor di più, di essere fragili, e indifesi di fronte ad eventi come questo e che l’Uomo con la sua conoscenza scientifica, e col suo intelletto e ancor meno col denaro, al quale ancora si dà troppa importanza, non può vincere tutto, e controllare ogni cosa.
La medicina poi è in continuo divenire. Possiamo avere una cura nella misura in cui le scoperte scientifiche raggiungono una conoscenza del tema trattato nello specifico. In questo momento storico focus di interesse è l’evoluzione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2 e i meccanismi fisiologici che producono all’interno del corpo umano.

Il silenzio è stato il protagonista durante le settimane di chiusura e persino dopo, quando è stato interrotto. Un silenzio che negli ospedali e nelle cliniche faceva risaltare la solitudine. Un silenzio permeante, nei reparti dove le persone contagiate adagiate nei loro letti attendevano cure o di rivedere i loro cari, anche con la consapevolezza che sarebbe stata l’ultima volta o col solo desiderio unito alla consapevolezza che non sarebbe accaduto.

Momenti in cui ci si rende conto di quelle che sono le cose importanti, e del valore della vita e delle persone che ti sono vicine e anche di quelle con cui credi non abbiano niente a che fare con te. Ed invece ci si sente legati dalla vita e dall’umanità che fa sentire persone senza distinzioni.
Tra i tanti contagiati troviamo anche un volto noto della tv, che in questa quarantena a causa del contagio e della influenza da parte del nuovo coronavirus covid-19 è stato ricoverato, e così sua madre che purtroppo ne è rimasta vittima, il suo corpo non ha sconfitto il virus ma la sua anima e la sua essenza lo hanno fatto. La sua esistenza è stata una dimostrazione della forza e del coraggio di cui solo una donna può essere capace.

Di chi vi sto parlando? Lui è Piero Chiambretti, e sua madre, Felicita, questo era il suo nome. Una donna che fu scrittrice e poetessa, fino all’ultimo giorno in cui è volata via, nel quale si celebrava la Giornata Mondiale della Poesia.

Tutto ciò ci fa capire come dobbiamo ricordare di occuparci delle cose che hanno più valore, e fare del nostro meglio per vivere in pace e sicurezza dedicandoci ad usare il buon senso nella vita di ogni giorno ed in ogni suo aspetto, preservandoci da inutili rischi, poiché siamo tutti importanti e tutti fallibili! A questo proposito della fallibilità umana voglio introdurre anche l’importanza del ruolo della salute mentale in questo tempo di quarantena e che ancora oggi resta fondamentale. Le conseguenze a causa della pandemia, lo stress, il malcontento, e i tanti sentimenti e le tante emozioni che ci hanno abitato e governato durante la chiusura e ancora adesso che abbiamo acquistato una libertà di movimento e ripreso a vivere una vita quasi normale anche se con un atteggiamento differente e sicuramente con altri sentimenti, ci hanno cambiato. Ci hanno donato una visione nuova della realtà.

Questa condizione inedita potrebbe sviluppare tra i vari cambiamenti della sfera personale, disturbi di salute mentale o vere e proprie patologie e ciò rappresenta una nuova emergenza. Nel libro del direttore del Dipartimento di Salute Mentale Asl Roma2, Massimo Cozza, “Positivi. Ritrovarsi dopo il disagio emotivo da pandemia” troviamo tutti i suggerimenti per intervenire in tempo e come farlo. Ricordando che “Non c’è salute senza salute mentale” (Oms, Helsinki 2005) vi invito a elaborare e affrontare le esperienze dolorose vissute in questa emergenza sanitaria, e tutto il vissuto di angoscia ed ansia che ne deriva, sia in chi già prima di queste situazioni soffriva di alcuni disturbi, sia per chi non ne ha mai subìto ma è più soggetto a non riconoscere sensazioni e stati di malessere, considerandoli poco importanti e passeggeri. Rischiando così di farli peggiorare e ritrovarsi a vivere momenti di stress maggiori e confusione.

Il libro come suggerisce il titolo, racconta dell’esperienza di come viviamo appunto il termine ‘positivi’ nel pensiero comune; prima dell’epidemia era associato generalmente all’ottimismo e a vivere con intraprendenza la vita, ora è legato al risultato delle analisi cliniche del tampone! Portando con sé ben altri sentimenti e pensieri in merito.

Il dott. Massimo Cozza in questo testo scritto a quattro mani con la giornalista Maria Emilia Bonaccorso, ci racconta ed aiuta a tornare ad avere un atteggiamento positivo nei confronti della vita e come liberarci dai pensieri negativi – “E’ importante avere un atteggiamento positivo non solo verso se stessi ma anche verso gli altri”(Massimo Cozza) – e nel caso sia necessario, come avvicinarci a chiedere aiuto ai professionisti e in quali termini farlo.

L’introduzione del libro è stata curata da Piero Chiambretti che ha sentito sulla sua pelle cosa significa questa malattia che inizialmente credeva fosse una semplice influenza. Chiambretti si è fatto portavoce di tutti coloro che hanno contratto il covid-19 e si sono ammalati, di chi ha sofferto delle conseguenze di questa malattia su di sé e sui propri cari. Dando voce anche a chi non ne ha.
Il libro “Positivi. Ritrovarsi dopo il disagio emotivo da pandemia” (Edizioni Publiedit) è possibile trovarlo nei Bookstore online (compreso il sito della casa editrice) e nelle librerie.

I guadagni raccolti dalla vendita del libro saranno devoluti in beneficenza all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Vi consiglio di sceglierlo sia come lettura di interesse personale che come dono per un vostro conoscente che potrebbe ricavarne qualcosa di buono o poter riacquistare benessere e accedere ad un percorso di liberazione e crescita. Raggiungendo un livello di coscienza e di nuova consapevolezza per vivere così una vita più serena.

Un libro insegna sempre, nel bene e nel male, ancor più se si tratta di un testo scientifico.

Questo mio pensiero si basa sul motto del nostro Centro Studi e Documentazione: “Diffondere cultura per diffondere salute”. Che ispira grande parte della nostra mission.

“Essere positivi per una vita, e poi d’un tratto sperare di essere negativi, è uno dei tanti controsensi di questi mesi di virus che ha cambiato il mondo e quindi la vita di tutti”.

(Piero Chiambretti)

Simone Meini