L’idea, l’ipotesi, che i farmaci non siano l’unica risposta alle malattie e alle condizioni di disagio e dolore si diffonde in maniera crescente: non solo e non tanto tra gli ammalati ma, ormai, anche tra i caregiver, anche di ruolo sanitario.
Nel 2022, la Social Prescribing Academy, la World Health Organisation (WHO), il World Health Innovation Summit (WHIS) e la UNGSII Foundation hanno pubblicato e diffuso il “Kit di prescrizione sociale” (Playbook Global Social Prescribing Alliance), una risorsa per diffondere buone pratiche nel sostenere servizi sanitari e creare nuove opportunità di lavoro, in un’ottica di sostenibilità sociale, economica e sanitaria.
Il kit è stato tradotto in italiano dal Cultural Welfare Center, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e DoRS – Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute.
La metodologia è tanto semplice da descrivere quanto complessa da mettere in pratica: fa riferimento al concetto di rete territoriale, su cui da qualche decennio in Italia si registrano tanti esperimenti quanti casi di “abbandono” e di mancanza di sviluppo e di messa a regime. Tuttavia, confidando sulla correttezza dell’approccio, forse vale la pena provarci ancora.
Il modello organizzativo proposto è adattabile ai diversi contesti in programmi strutturati: è un esempio di strategia di Salute/Sanità Pubblica, a basso costo economico e ad alto rendimento sociale, basato essenzialmente sui concetti di comunità e di relazione.
La prescrizione sociale è pensata come strumento per gli operatori sanitari che, attraverso una serie di fasi conoscitive e progettuali, possono acquisire la disponibilità di risorse, collaborazioni, risorse da utilizzare per la predisposizione e la realizzazione di progetti terapeutico – riabilitativi complessi che valicano i limiti della sola prescrizione sanitaria.
Il richiamo alla elaborazione OMS sulle determinanti di salute è immediatamente percepibile. Come pure possono essere richiamati i diversi esperimenti di integrazione socio-sanitaria, di co-progettazione tra pubblico e privato, di articolazione di reti di intervento, di stipula di patti (per l’educazione, per la prevenzione, e così via), fino ai budget di salute.
Il documento non ha ovviamente un approccio prescrittivo: i margini di interpretazione sono la natura stessa del percorso che rende possibile la prescrizione sociale. Tuttavia, sia sono indicate con esattezza le tappe e le fasi attuative. sia vengono proposti strumenti di valutazione e monitoraggio prototipali.
Come dire: c’è tutto quel che serve a fare, bisogna avere le condizioni e la intenzione di fare.