C’è una umbra tra gli eroi civili di Mattarella: dirige il ristorante in cui lavorano pazienti psichiatrici

C’è una umbra tra gli eroi civili di Mattarella: dirige il ristorante in cui lavorano pazienti psichiatrici

C’è anche una umbra tra gli eroi civili premiati lunedì mattina al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella. Si tratta di Vittoria Ferdinandi, perugina di 34 anni e, soprattutto, direttrice del ristorante e centro polifunzionale Numero Zero, dove vengono impiegati un gruppo di ragazzi e ragazze (pari al 50 per cento del personale) che soffrono di disturbi mentali di diversa entità e che si alternano tra cucina, sala e bancone. Oggi al Quirinale sono stati premiati gli eroi civili del 2020 e del 2021, nel caso di Ferdinandi il premio risale al 2020, ma la cerimonia lo scorso anno non si è svolta causa Covid fino ad oggi.

C’è una umbra tra gli eroi civili di Mattarella. A lei, come ad altri cittadini e cittadine, che si sono distinti per l’impegno nella società civile, per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità, del diritto alla salute e dei diritti dell’infanzia, Mattarella ha riconosciuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nel caso di Ferdinandi, laureata in Filosofia e scienze tecniche e psicologiche, le motivazioni parlano chiaro: «Per il suo contributo nella promozione di pratiche di autonomia e di inclusione sociale per i malati psichiatrici».

Si tratta di Vittoria Ferdinandi, 34 anni. Numero Zero nasce per cercare di costruire un luogo di possibilità concreta per il reinserimento sia sociale sia lavorativo dei malati psichiatrici alla luce dell’evidenza che per il malato psichiatrico il lavoro non esiste o, se esiste, si tratta per lo più di mansioni decentrate rispetto alla socialità e alla comunità (in archivi, magazzini, etc). Numero Zero è di fatto un esperimento di inclusione: i ragazzi sono messi in rapporto con la clientela e in interazione con i colleghi. Il lavoro è retribuito e questo aspetto costituisce un perno fondamentale per il supporto alla costruzione dell’identità, di un ruolo sociale e di relazioni significative all’interno della comunità, fuori dall’istituzione psichiatrica.

Numero Zero a Perugia. Insieme ai ragazzi indossano il grembiule anche operatori e psicologi dell’associazione RealMente, che ha ideato il progetto in collaborazione con la Fondazione La città del Sole – Onlus che ha preso in locazione lo spazio nel centro storico di Perugia. Numero Zero ha aperto dopo un lavoro di restauro e adeguamento realizzato anche grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e della Brunello Cucinelli S.p.A. Numero Zero è prima di tutto un luogo in cui si promuove la cultura della diversità intesa come patrimonio di inestimabile ricchezza; un luogo di incontro, socialità e cultura.

Fonte: umbria24.it