La salute mentale degli adolescenti è in pericolo

La salute mentale degli adolescenti è in pericolo

La salute durante infanzia e adolescenza non va sottovalutata.

Si stima che circa il 70% dei decessi prematuri si verifichi durante l’età adulta  derivano da comportamenti legati alla salute iniziati durante questo periodo.

Lo dice un ampio lavoro pubblicato su The Lancet che analizza i dati del Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) del 2019. Clicca qui per approfondire.

Un’ulteriore conferma deriva da un’ampia revisione di studi condotti su 80mila giovani pubblicata nel 2021 sulla Rivista JAMA, che evidenzia come un adolescente su quattro abbia sintomi di depressione, (raddoppiati negli ultimi due anni) mentre uno su cinque mostra sintomi di disturbi d’ansia.

L’85% degli adolescenti, infatti, muore per malattie croniche (in particolare per tumore) mentre i disturbi mentali rappresentano la principale causa di anni di vita persi o vissuti con una forma di disabilità in tutti gli stati membri dell’UE e in tutte le fasce di età studiate.

Lo studio indaga anche la presenza di una connessione tra lo stato di salute e le caratteristiche demografiche ed economiche.

I risultati mostrano come le differenze legate al sesso sono più ampie nei giovani adulti. Nonostante siano i maschi ad ottenere una mortalità più elevata e una correlazione con i disturbi da uso di sostanze, emerge come siano le femmine a rappresentare un carico di disabilità maggiormente levato, in particolar modo associato proprio ai disturbi mentali, con un maggior tasso di mortalità per i disturbi alimentari.

E in Italia?

Il panorama epidemiologico italiano sulla salute mentale degli adolescenti si dimostra tuttora carente nel fornire dati.

In Italia si registrano delle raccolta dati a partire dal 2002 promosse e finanziate dal Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e le Regioni.

Dal 2017 è stata instituita presso l’Istituto Superiore di Sanità la Sorveglianza sui rischi comportamentali in età 11-17 anni tra i sistemi di sorveglianza e rilevanza nazionale e regionale. Nonostante i passi fatti in avanti volti a centralizzare l’importanza dell’osservazione nella fascia dell’infanzia e dell’adolescenza, resta troppo esigua l’attenzione dedicata alla salute mentale, che non viene ‘mappata’ nel dettaglio ma solo attraverso una serie di indicatori di comportamento quali: l’alimentazione, consumo di alcol, fumo, bullismo, sostanze stupefacenti.

In molti casi manca il sottofinanziamento verso le politiche della salute mentale, soprattutto per quanto riguarda lo scovare le fragilità nei ragazzi e nella prevenzione dei comportamenti a rischio.

Questo processo potrebbe essere coadiuvato da un accesso a dati disponibili, che fino ad ora però sono mancanti oppure scarseggiano. Ci sono a disposizione studi come l’HBSC, ossia l’Health Behaviour in School-aged Children al quale anche l’italia partecipa, ossia uno studio internazionale, pensato per approfondire lo stato di salute dei giovani e il loro contesto sociale.

Tuttavia, questo studio riguarda solo tre classi di età: 11, 13, e 15 anni. C’è ancora tanto da fare.