Abstract: LA SALUTE MENTALE IN ITALIA. Analisi delle strutture e delle attività dei Dipartimenti di Salute Mentale

Abstract: LA SALUTE MENTALE IN ITALIA. Analisi delle strutture e delle attività dei Dipartimenti di Salute Mentale

Il “Piano di azioni per la salute mentale” approvato in Conferenza Unificata Stato-Regioni nel gennaio 2013 ha richiesto al Ministero della Salute la verifica periodica della realizzazione degli obiettivi stabiliti. Ne è seguita la prima rilevazione nazionale sugli aspetti strutturali e di attività dei Dipartimenti di Salute Mentale. L’elaborazione dei dati ministeriali e la loro prima descrizione è stata realizzata dalla Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica – SIEP – e riportata nel volume monografico dell’omonima Rivista. I dati si presentano in valori assoluti e come tassi in rapporto alla popolazione adulta residente nell’anno della rilevazione. I valori percentuali descrivono le situazioni regionali e fanno riferimento alla variazione rispetto al dato medio nazionale. Pertanto per ogni indicatore è possibile, su base comparativa, un confronto tra le regioni. La rilevazione, riproposta annualmente, permetterà di registrare anche l’andamento diacronico del fenomeno. Rilevante è la difformità che si riscontra tra le regioni italiane per molti indicatori di struttura e di attività in relazione a causa della diversa applicazione della legge 180/1978 malgrado lo sviluppo comune del modello organizzativo, basato sui Dipartimenti di Salute mentale (DSM) e le direttive di due “Progetti Obiettivo”.

La situazione che emerge nel 2015 rivela l’attivazione di 183 DSM, 1 ogni 277 mila abitanti. La rete dei servizi dislocati sul territorio nazionale ammonta a 3.791 unità. I Centri di Salute Mentale che fungono da perno e regia del sistema costituiscono il 29,4% dei servizi. Essi interagiscono con le strutture residenziali (il 48,5%) distinte al loro interno per diversa intensità assistenziale e con le strutture semiresidenziali (22,1%) vale a dire day hospital e, soprattutto, centri diurni. Vi sono poi le strutture di degenza ospedaliera (Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura) con 10.5 posti letto ogni 100 mila abitanti, il tasso più basso in Europa. La degenza media è di 12.6 giorni e i ricoveri in trattamento sanitario obbligatorio (TSO) sono pari a 17.3 per 100 mila abitanti. L’utenza trattata dai servizi di salute mentale nell’anno è stata di 777 mila unità, e nel 47,6% dei casi si tratta di soggetti al loro primo contatto con essi. Gli ospiti delle strutture residenziali sono quasi 30 mila, mentre è di poco inferiore il numero di utenti registrati presso le strutture semiresidenziali (29 mila). La dotazione complessiva del personale dipendente è pari a 29.260, con un rapporto di 58 operatori per 100 mila abitanti, scarsamente adeguata a sostenere la domanda e nettamente al di sotto dello standard di 1 operatore ogni 1.500 abitanti indicato nei due Progetti Obiettivo. La spesa sanitaria per la salute mentale è stata di 3,7 miliardi di euro (73.8 euro a residente) e rappresenta il 3,5% della spesa sanitaria complessiva, al di sotto della soglia minima prevista (5%).

Frase emblematica: «…i dati offerti sono così ampi e dettagliati che meritano un’analisi attenta e specifica – soprattutto da chi ha responsabilità delle politiche sanitarie – per porre realmente al centro dell’attenzione le “best performances” e le condizioni per cui queste possano realizzarsi con la maggiore ampiezza possibile» (pag. 7).