ESP IN CAMMINO. L’Esperto in supporto tra pari in salute mentale tra conoscenza di sé e comprensione dell’altro

ESP IN CAMMINO. L’Esperto in supporto tra pari in salute mentale tra conoscenza di sé e comprensione dell’altro

A quarant’anni dalla riforma ispirata da Basaglia si fa strada una “nuova rivoluzione nel campo della psichiatria”, quella basata sul paradigma della recovery e del protagonismo degli utenti coinvolti nelle pratiche del “fare assieme” e della “co-produzione” dei servizi. L’utente da oggetto della cura diviene soggetto attivo e responsabile.

La competenza tecnica dei servizi con i loro meccanismi organizzativi non basta. Vi è sempre la possibilità o il rischio che i servizi si rinserrino nelle istituzioni, che acquistino una dimensione fredda, che esauriscano il rapporto tra il singolo medico e l’utente, fino ad arrivare poi alla scorciatoia farmacologica. Serve il contributo di tutte le risorse di una comunità, a cominciare dalle competenze e dal sapere esperienziale dei pazienti più coinvolti e dai familiari considerati “risorse aggiunte” dei servizi. Nell’esperienza lombarda sono gli “Utenti e familiari esperti” (ESP) nel supporto tra pari e distribuiti in modo diffuso sui territori dei Centri Psico-Sociali. Si tratta di utenti e familiari che hanno fatto prima un percorso personale nei servizi e poi anche formativo e hanno condiviso attività e obiettivi con gli operatori che affiancano offrendo a persone che presentano disagio psichico una comprensione empatico-relazionale, alla “pari” appunto, che umanizza i percorsi di cura. C’è in questo un elemento di grande valore ideale: il Centro di Salute mentale (Centro Psico Sociale, in Lombardia) diventa un servizio aperto alle persone a cui si rivolge, di cui potenzia la soggettività, non è solo il servizio degli operatori.

L’esperienza lombarda degli ESP ha una storia di 12 anni, sostenuta da un investimento della Regione e si avvale del supporto dell’“Ufficio utenti salute mentale” promosso dalla rete dell’associazionismo regionale. Il suo successo lo attesta la prima ricerca-censimento sugli ESP e sulle attività di Supporto tra pari (STP) condotta nei 30 DSM lombardi nel 2015. Le attività STP sono presenti nel 92,2% dei DSM e nella metà dei casi vengono realizzate in collaborazione con gli operatori. Un’apposita “ricerca intervento” sugli utenti e familiari esperti (condotta in 6 zone della Lombardia su 115 persone) rileva la valenza di innovazione delle attività e iniziative introdotte nei/con i servizi (soprattutto sostegno personalizzato, affiancamento, conduzione/facilitazione in gruppi di auto mutuo aiuto) elevando la qualità dei servizi con soddisfazione e crescita personale dei “peer supporter”. L’esperienza lombarda evidenzia criticità e limiti (talvolta degli stessi servizi) nella realizzazione di tale modello, di fatto validandolo. Il risultato di questa esplorazione autorizza a ritenere ormai maturo il riconoscimento del titolo di ESP, magari previa elaborazione di un codice etico e deontologico di tale figura.

Frase emblematica: «In estrema sintesi, questo volume vuole raccontare che una rivoluzione è in atto e che i suoi protagonisti sono proprio i soggetti della cura che finalmente – insieme a operatori e familiari –  possono farsi portatori non solo di speranza ma anche di strategie di cambiamento fino ad oggi considerate perlopiù connesse a un sapere tecnico e che invece vengono riconsegnate anche alle loro fondamenta esperienziali» (pag. 143).