Inside Out 2 è un film della Pixar del 2024, diretto da Kelsey Mann, sequel del primo Inside Out uscito nel 2015.
Il turbinio di emozioni che accompagna l’inizio della pubertà di Riley, la protagonista, trascinerà lo spettatore in un caleidoscopio emotivo dove, alla fine, prevarrà un unico concetto a denominatore comune: non esistono emozioni buone o cattive, ma tutte sono funzionali al benessere totale della persona. Senza i lati positivi e negativi, non sarebbe possibile esistere e funzionare.
La discriminante tra stare bene e stare male è come si vivono queste emozioni, anche a livello di intensità. Un esempio (spoiler) che riguarda quest’ultimo concetto è la scena in cui la protagonista ha un attacco di ansia durante una partita e, nella sua testa, si osserva come Gioia cerchi di fermare il turbinio creato da Ansia che è come “impazzita”.
Ma chi governa queste emozioni? È tutto in mano ad un battello ebbro sul fiume dell’agitazione? Oppure esiste una regia? Ebbene, il direttore di tutto ciò non è altro che il Sé, rappresentato molto efficacemente nella pellicola in questione.
Del resto le interconnessioni emozionali hanno bisogno di una regia interna, o endogena, che sappia come rispondere adeguatamente agli stimoli provenienti dall’esterno, o esogeni. Le emozioni, nonostante gli eventuali scontri che possono esserci tra di loro, riescono a collaborare e a mantenere una situazione di stabilità nella mente della ragazza, anche se in un periodo delicato come quello dei cambiamenti corporei e non solo.
Lotta interiore nella quale è facile immedesimarsi e che terrà con il fiato sospeso lo spettatore fino alla fine, dall’inizio dell’avventura in poi.