XIX Rapporto Antigone sulle condizioni di detenzione biennio 2022-2023

XIX Rapporto Antigone sulle condizioni di detenzione biennio 2022-2023

Secondo il XIX Rapporto sulle condizioni di detenzione pubblicato da Antigone, che riporta i dati relativi al biennio 2022-2023, da una parte la patologia psichiatrica nelle carceri sembra essere in aumento mentre dall’altra gli strumenti e le risorse per farvi fronte sembrano scarse e insufficienti. Questo stato di cose sembra legato al fatto che, dopo la chiusura degli OPG, i c.d. rei folli (cioè le persone con una patologia psichiatrica e che avevano commesso un reato) che si trovavano in carcere dovevano restare all’interno del sistema penitenziario anche per evitare lo “scarico” nelle Rems.

Infatti, nelle Rems sono destinate tutte quelle persone che al momento del fatto erano incapaci di intendere e di volere, e tutti coloro che in seguito ad una perizia psichiatrica risultano socialmente pericolosi.

Coloro che al momento del fatto erano capaci di intendere e di volere, anche se affetti da disagio psichico, finiscono in carcere dove gli deve essere assicurata anche la cura oltre che il controllo. Tra questi quelli che risultano incompatibili con il sistema carcerario possono avvalersi della detenzione domiciliare umanitaria o del rinvio della pena.

Per rispondere al bisogno di cura sopraesposto, nel territorio nazionale, sono state istituite 32 ATSM (Articolazione per la tutela della salute mentale) che nel 2022 hanno ospitato 247 persone tra cui 232 uomini e 15 donne, in lieve calo rispetto al 2021.

Al di là delle persone che sono ospitate in ATSM il disagio psichico è più diffuso: infatti sono circa 5000 le persone che in carcere sono affette da disagio psichico.

Tra le 5000 persone anzidette nel 12% dei casi si tratta di una diagnosi grave; comunque quasi il 42% della popolazione detenuta fa uso di psicofarmaci.

Tornando al discorso sulle Rems, gli ospitati in queste strutture sono 592 unità a fronte di una capienza massima di 600. La tendenza del 2022 è che le presenze sono aumentate al livello nazionale tranne che in Lombardia, in Liguria e in Campania.

Si segnala che per quanto riguarda le liste d’attesa è stato siglato un accordo mediante la Conferenza Unificata Stato Regioni 188/CU del 30 novembre 2022 che definisce i criteri di ammissione nelle Rems eliminando tutte quelle scelte discrezionali e i criteri cronologici che variavano da regione a regione.

Volendo citare alcuni di questi criteri vi sono: la data di applicazione della misura di sicurezza; le caratteristiche sanitarie e a nostro avviso quello più importante ovvero del livello di appropriatezza/inappropriatezza della collocazione attuale (basti pensare alle persone ricoverate in SPDC a lungo o addirittura recluse in istituto).

Per le persone che hanno una bassa pericolosità sociale, inoltre, si possono prevedere percorsi alternativi alla Rems come ad esempio le Comunità con percorsi terapeutici e riabilitativi.

Si spera che sempre di più si persegua l’obbiettivo della cura accanto al necessario controllo, e che quindi possano essere incrementati i percorsi terapeutici e riabilitativi.