Un libro per…chi si sente smarrito: “I miei giorni alla libreria Morisaki” di Satoshi Yagisawa

Un libro per…chi si sente smarrito: “I miei giorni alla libreria Morisaki” di Satoshi Yagisawa

Come darsi una seconda occasione: Satoshi Yagisawa insegna come si fa.

I miei giorni alla libreria Morisaki” (2022) può essere definito, in maniera certa, come un libro dal tipo di scrittura scorrevole e umoristica, che non lascia indifferenti.

Tutto inizia con la storia di Takako, venticinquenne giapponese che interrompe la sua relazione con il fidanzato, dopo la scoperta della sua doppia “vita” amorosa.

“Un giorno Hideaki, con il quale stavo da circa un anno, mi disse all’improvviso: “Mi sposo”.

In un primo momento, nella mia testa si materializzò un grande punto interrogativo. Avrei capito se avesse detto: “Sposiamoci”. Anche “voglio sposarmi” avrebbe avuto senso. Ma “mi sposo” era decisamente bizzarro. “

Dopo aver perduto un amore rilevante e il lavoro stabile che aveva, la giovane si trasferisce nella casa/libreria di suo zio Satoru, di cui ha ricordi soltanto da liceale (lo definisce come “tipo particolare”).

Satoru non è più in grado di badare alla libreria dopo che sua moglie Momoko se n’è andata da anni e lo ha lasciato solo: così, con la scusa, si fa dare anche una mano per gestire il negozio nel famoso quartiere di Jimbocho (Tokyo), pieno di librerie. Takako all’inizio appena arriva dallo zio è affranta, scoraggiata, delusa, lentamente inizia a occuparsi della libreria dello zio, prendendo confidenza con i libri. Quei libri si riveleranno ottimi compagni di viaggio sia nei momenti felici che in quelli tristi e piano piano si appassiona ai diversi generi letterari.

Un libro può davvero curare l’anima?

Ebbene sì. Infatti il negozio dello zio diventa una vera e propria “biblioterapia” per la nipote, un luogo dove rifugiarsi per riflettere e ritrovare se stessi.

Un libro dunque, può avere capacità trasformativa.

A voi è mai capitato?

Tutti vorremmo avere un luogo di cura come la biblioteca di Satoru, per risanare le proprie ferite interiori, per fare spazio e pausa, oltre che per riflettere e attraversare le emozioni, fino a riemergere.

Ma cosa potrebbe rendere adatto questo libro per la rubrica “Un libro per…”?

È presto detto. Tra qualche risata e i personaggi ben caratterizzati attraverso la svariata quantità di dialoghi, il libro offre spunti di riflessione sul concetto di relazione (amorosa, amicale e di altro genere) e sulla possibilità di avere seconde possibilità, attraverso un finale “aperto” e che lascia spazio all’immaginazione.

Rimane comunque un libro che rende perfettamente l’idea di poter far passare qualche ora in spensieratezza, trattandosi di narrativa leggera e non troppo impegnativa. Chissà cosa ne sarà delle vite di Takako, Satoru e Momoko, protagonisti indissolubili di questa storia.

A volte nella vita c’è bisogno di sentirsi scossi (in modo positivo) questo libro vi aiuterà a esserlo.