La Fondazione GIMBE ha presentato il 7° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che scatta una fotografia precisa sulle criticità del servizio Sanitario Nazionale.
Come affermato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:
Il Servizio Sanitario Nazionale costituisce, infatti, una risorsa preziosa ed è
un pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute, nella sua duplice
accezione di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della
collettività.
La sua efficienza è frutto, naturalmente, delle risorse dedicate e dei modelli
organizzativi applicati, responsabilità, quest’ultima, affidata alle Regioni.
Eppure una delle criticità riguarda proprio le disuguaglianze inaccettabili esistenti tra le diverse Regioni e 8i diversi territori.
Il Rapporto evidenzia la problematicità legata alle “patologie multiple” del SSN, alla necessità di ampliare il ventaglio di offerta dei LEA, fare luce sugli sprechi e le inefficienze e puntare su quei fattori ambientali che influiscono sullo stato di salute del SSN.
Si evidenzia come siano aumentati il fabbisogno sanitario nazionale (FSN) /dal 2010 al 2024, complessivamente di € 28,4 miliardi) e la spesa a carico delle famiglie (+10,3%). In confronto alla media dei paesi europei aumenta ed è destinata ad aumentare in previsione la distanza negativa della spesa pubblica, mentre quella privata si porta ai livelli più alti.
Si delinea l’inadeguato coordinamento dell’assistenza, degli acquisti a costi eccessivi, di frodi e abusi.
Nella sezione dedicata ai Livelli Essenziali di Assistenza e alle diseguaglianze territoriali, viene analizzata la procedura dell’aggiornamento dei LEA, accogliendo 29 delle complessive 83 nuove richieste; la loro approvazione non è stata formalizzata in attesa del cd. “Decreto tariffe”, pubblicato il 4 agosto 2023, che diventerà operativo dal 1° gennaio 2025. Sino a quella data anche l’esigibilità dei nuovi LEA relativi alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di protesica sarà garantita solo nelle Regioni non in Piano di rientro grazie a fondi extra-LEA.
Nella sezione dedicata all’analisi del personale sanitario viene presentata una “fotografia statica” della distribuzione del personale dipendente, con focus specifico su medici e infermieri, mettendo in luce le differenze regionali e il confronto con la media OCSE.
Per quanto riguarda la Salute Mentale, il rapporto sostiene che si rende indispensabile potenziare l’offerta assistenziale e rafforzare i Dipartimenti di Salute Mentale attraverso investimenti infrastrutturali e tecnologici. Tuttavia, anche questa disposizione è vincolata alle risorse finanziarie disponibili e alla reale capacità di implementazione a livello regionale. Risorse che, peraltro, fanno riferimento a norme e finanziamenti già esistenti, ovvero quelli del Programma Nazionale Equità in Salute (PNES) che riguardano le Regioni del Mezzogiorno.
Il rapporto GIMBE evidenzia un programma chiaro in 13 punti che prescrive la terapia necessaria a salvare il nostro SSN “malato”:
• SALUTE IN TUTTE LE POLITICHE. Mettere la salute e il benessere delle persone al centro
di tutte le decisioni politiche: non solo sanitarie, ma anche ambientali, industriali, sociali,
economiche e fiscali, oltre che di istruzione, formazione e ricerca (Health in All Policies, principio questo che permea da alcuni anni la strategia comunitaria anche in materia di Salute Mentale).
• PREVENZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE. Diffondere la cultura e aumentare gli
investimenti in prevenzione e promozione della salute e attuare l’approccio integrato One
Health, perché la salute di persone, animali, piante e ambiente sono strettamente
interdipendenti.
• GOVERNANCE STATO-REGIONI. Potenziare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato
sulle Regioni, nel rispetto dei loro poteri, per ridurre diseguaglianze, iniquità e sprechi e
garantire il diritto costituzionale alla tutela della salute.
• FINANZIAMENTO PUBBLICO. Aumentare in maniera progressiva e consistente il
finanziamento pubblico per la sanità per allinearlo alla media dei paesi europei, al fine di
garantire il rilancio delle politiche del personale sanitario, l’erogazione uniforme dei LEA
e l’equità di accesso alle innovazioni.
• LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA. Garantire l’aggiornamento continuo dei LEA per
rendere rapidamente accessibili le vere innovazioni escludendo le prestazioni sanitarie
obsolete e ridurre le diseguaglianze regionali nell’esigibilità dei LEA.
• SERVIZI SANITARI E SOCIO-SANITARI. Programmare l’offerta di servizi sanitari secondo
i reali bisogni di salute della popolazione e renderla disponibile tramite reti integrate
multiprofessionali, al fine di ridurre la frammentazione tra assistenza sanitaria e sociale e
tra ospedale e territorio
• PERSONALE SANITARIO. Rilanciare le politiche sul capitale umano per valorizzare la
colonna portante della sanità pubblica e rendere nuovamente attrattiva la carriera nel SSN,
innovando i processi di formazione e valutazione delle competenze professionali.
• SPRECHI E INEFFICIENZE. Ridurre inappropriatezze e inefficienze, contrastare frodi e
abusi e riallocare le risorse recuperate in servizi essenziali e innovazioni, aumentando il
valore della spesa sanitaria.
• RAPPORTO PUBBLICO-PRIVATO. Favorire una sana integrazione pubblico-privato al
fine di ridurre le diseguaglianze d’accesso ai servizi sanitari e arginare l’espansione
incontrollata della sanità privata.
• SANITÀ INTEGRATIVA. Rendere i fondi sanitari realmente integrativi rispetto alle
prestazioni già incluse nei LEA, al fine di arginare diseguaglianze, privatizzazione, erosione
di risorse pubbliche e derive consumistiche.
• TRASFORMAZIONE DIGITALE. Promuovere cultura e competenze digitali della
popolazione, in particolare di professionisti sanitari, pazienti, familiari e caregiver, e
rimuovere gli ostacoli alla digitalizzazione, al fine di ridurre le diseguaglianze e migliorare
l’accessibilità ai servizi sanitari e l’efficienza del SSN.
• INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE. Aumentare la consapevolezza civica del valore
del SSN, potenziare l’informazione istituzionale basata sulle evidenze scientifiche e
migliorare l’alfabetizzazione sanitaria, al fine di favorire decisioni informate sulla salute,
ridurre il consumismo sanitario e contrastare le fake news.
• RICERCA INDIPENDENTE. Potenziare la ricerca clinica e organizzativa integrandole in un
programma nazionale di ricerca e sviluppo, al fine di produrre evidenze scientifiche per
informare scelte e investimenti del SSN.