Percezione della salute e depressione. La fotografia scattata da EpiCentro ISS sull’Italia

Percezione della salute e depressione. La fotografia scattata da EpiCentro ISS sull’Italia

EpiCentro – Istituto Superiore di Sanità – pubblica i dati della Sorveglianza della popolazione PASSI relativi al biennio 2020-2021 sulla salute percepita e sulla depressione.

Emerge come chi definisce il proprio stato di salute come buono dichiarandosi di sentirsi bene rappresenti il 76% della popolazione.

Tra questi viene evidenziato come siano proprio i giovani, il 91%  tra i 18-34 anni di età a riferire di star bene; osservando invece, una discesa al 63% tra i 50 e i 69enni. Complessivamente si aggiungono anche coloro che hanno una condizione economica agiata a quelli che stanno bene.

Non emerge alcuna differenza significative a livello geografico ma chi riporta una maggiore soddisfazione a livello della propria salute sono coloro che si trovano per lo più nelle provincie autonome di Trento e Bolzano ma non bisogna dimenticare la regione Puglia nel Meridione che mantiene una percentuale piuttosto alta.

Da annotare sono i giorni vissuti in cattiva salute fisica o psicologica (unhealthy days).

Per lo più i dati sono coerenti e in linea con l’evidenza emersa dai dati sulla percezione della salute: quindi sono i giovani a dichiarare meno giorni vissuti in cattiva salute, gli uomini, le persone  socio-economicamente più abbienti, le persone per risorse economiche o istruzione e mediamente i residenti nel Meridione.

La Puglia si afferma come una regione con la più bassa quantità di giorni in cattiva salute.

Da un quadro più generale scendiamo pertanto a uno più particolare dove si analizzano i dati sulla depressione.

Dai dati PASSI 2020-2021 emerge che in Italia una quota contenuta di adulti (meno del 7%) riferisce sintomi depressivi.

I sintomi della depressione sono di meno a Bolzano, Trento e in Puglia; anche le richieste d’aiuto sono di più in questi luoghi fatta eccezione per Trento dove salgono al 50%.

La variabilità regionale non descrive un chiaro gradiente geografico, e negli ultimi anni si osservano prevalenze di sintomi depressivi mediamente più alte nelle regioni settentrionali e minori nelle Regioni del Centro Italia. Fatta eccezione per Molise, Umbria, Campania e Sardegna.

Dal 2008 si assiste ad una lenta ma progressiva diminuzione della presenza dei sintomi depressivi in tutto il territorio italiano, fino al 2014-2015, periodo in cui vi è una stabilizzazione fatta eccezione per le Regioni settentrionali che riportano invece, una tendenza all’incremento.

Naturalmente la pandemia di COVID-19 ha prodotto degli effetti sulla presenza di depressione, soprattutto nel 2020 in concomitanza alle restrizioni da lockdown; ma nel corso del 2021 sono presenti dei segnali di ripresa riportando quasi i valori al periodo pre-pandemia.

Sarà interessante continuare a monitorare ciò che accadrà in futuro rispetto alle diverse fasce di età e cluster di popolazione.