Neuropsichiatria infantile e malessere: l’importanza di saper riconoscere i segnali

Neuropsichiatria infantile e malessere: l’importanza di saper riconoscere i segnali

Spesso capita che il bambino sia sottoposto a pressioni e sviluppi problematiche e/o disagio, ma capita ancora più spesso che i genitori siano spaventati e siano restii a chiedere aiuto per paura del pregiudizio.

Il figlio non va colpevolizzato se ha qualche difficoltà, anzi; è necessario avere un confronto con gli insegnanti e il pediatra per scoprire se queste impressioni abbiano un fondamento, magari tenendo il bambino sotto controllo per un po’, come afferma la dirigente della U.O. di Neuropsichiatria Infantile e Adolescenziale del Policlinico di Milano, Antonella Costantino.

Con la pandemia le richieste di aiuto sono aumentate del 30% rispetto al 2019.

Per quanto riguarda le patologie neuropsichiche, esse riguardano il 20% dei ragazzi sotto ai diciotto anni: si evidenzia una sostanziale difficoltà a chiedere aiuto in generale.

I disturbi neuropsichiatrici possono avere svariate origini, dalle malattie neurologiche a sindromi genetiche rare, a tanto altro. Vi sono anche i disturbi legati al neurosviluppo (vd. l’Adhd e lo spettro autistico) e quelli di tipo psichiatrico, come le psicosi e il bipolarismo.

Le prospettive per questi disturbi sono anch’esse molteplici. Da alcune forme lievi di dislessia, ad esempio, si può guarire, sostiene la Costantino; altre patologie possono essere tenute sotto controllo per monitorare l’andamento ed evitare il peggioramento dei sintomi stessi o la cronicizzazione.

La capacità della prevenzione e della gestione della crisi sono fondamentali per diminuire gli effetti negativi.

La sede di riferimento per essere presi in carico e per iniziare un percorso riabilitativo sono gli ambulatori territoriali di Neuropsichiatria infantile del proprio distretto Asl. Attraverso varie fasi e figure professionali, si instaura un percorso terapeutico di riabilitazione del soggetto: per la diagnosi possono essere necessari test con alcune di queste figure, colloqui individuali con il bambino o con i genitori, oltre che esami diagnostici come la Tac per cercare eventuali concause neurobiologiche ai disturbi.

Le patologie in fase acuta e da stabilizzare, insieme a disabilità importanti, sono alla base degli interventi compiuti dagli ambulatori di Neuropsichiatria infantile; il ricovero può essere necessario nelle situazioni di maggiore gravità e/o emergenza. Considerando come i posti letto non bastino per tutti (il dato riportato dal Corriere della Sera parla di 395 posti disponibili rispetto ai 700 necessari), molti ricoveri sono fatti nei reparti di Pediatria (85%) e nei Servizi psichiatrici per adulti (25-30%).

I centri diurni per minorenni sono adatti a bambini con disabilità grave ed adolescenti con disturbi psichiatrici che, dopo un episodio importante di crisi, non riescono a tornare a scuola. Il tempo di permanenza in queste strutture è massimo di 2-3 anni. Nella comunità terapeutica, invece, è di 1-2 anni.

I disturbi del neurosviluppo si evidenziano distintamente nei due generi: nelle femmine c’è una marcata disattenzione, nei maschi impulsività fisica e irrequietezza motoria, oltre che latente aggressività. Nello spettro autistico, invece, si evidenzia come le femmine vengano diagnosticate tardivamente perché più propense a comportarsi “in modo adeguato alle situazioni”.

Per concludere, due raccomandazioni:

Elisa Fazzi, presidente della Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) afferma come i primi mille giorni di vita, dal concepimento al secondo anno di età, siano fondamentali per lo sviluppo nervoso del bambino. Inoltre si consiglia di “stabilire una comunicazione anche attraverso il suo sguardo, lasciargli la possibilità di autoregolare il suo comportamento e autoregolare le sue emozioni, aiutarlo a sviluppare l’imitazione ed usare il racconto per renderlo consapevole di quello che accade, oltre che di quello che vive”.
È importante favorire, inoltre, la sensibilizzazione della comunità per un processo di crescita adatto al bambino e all’adolescente, fino ai suoi 18 anni, che tocca varie funzioni della persona (ad esempio quelle cognitive, sensoriali e motorie).

Per approfondimenti:

I servizi per i ragazzi con disagio psichico.