L’incontro alla Casa del IV Municipio per il centenario della nascita di Basaglia

L’incontro alla Casa del IV Municipio per il centenario della nascita di Basaglia

Nella giornata dell’11 marzo, ricorrenza della nascita di Franco Basaglia, si è tenuto un incontro sulla sua figura e su ciò che ha lasciato in eredità alla Casa del IV Municipio “Ipazia Di Alessandria”.

La genesi del progetto è incentrata sul grande impegno che ha dimostrato Basaglia come personaggio meritevole che, con il suo lavoro, è riuscito a rendere umano il paziente. L’incontro è stato reso possibile a partire da una intesa tra la Giunta e il Consiglio municipale, la ASL ROMA 2 e il territorio, ed in particolare grazie all’impegno della Presidente della Commissione Cultura Onorina Gallucci e dell’Assessora ai Servizi sociali e alla persona Giovanna Sammarco per il Municipio IV e del dott. Gianluca Monacelli per la ASL.

La dott.ssa Giuseppina Gabriele è stata allieva di Basaglia, oltre che direttrice dell’Asl Roma D e della UOC distretto 6. Nel suo intervento ha specificato come Basaglia abbia intrecciato studi psichiatrici e filosofici, per poi metterli in atto nella pratica a livello universitario e manicomiale.

La dott.ssa ha continuato il suo discorso per punti: storicizzazione, relazione, epoché, messa in discussione della delega del controllo sociale, decostruzione della risposta preformata, simmetria di potere tra paziente e psichiatra e infine il rapporto tra isolamento, rete sociale e stigma.

Il problema della storicizzazione si basa sul fatto che, dopo un ricovero, non si sappia nulla del paziente. Per Basaglia bisognava essere a conoscenza di tutti questi dettagli, dal luogo di abitazione fino al contesto culturale. Particolare attenzione è data anche al concetto di relazione, su cui si basa tutto.

Lo psichiatra non ha negato la malattia mentale ma ha proposto l’epoché, ovvero la sospensione del giudizio e dei sintomi, per ricostruire un rapporto nell’umano. La messa in discussione della delega del controllo sociale è un tema da affrontare, in particolare per quanto riguarda la commistione tra cura e controllo sociale, secondo la frase “correre insieme a quella persona il rischio della sua libertà”.

Si arriva ora al tema della decostruzione della risposta preformata: difatti non si costruisce la risposta al bisogno prima che esso si manifesti. Si rischia, in caso, di entrare in una prospettiva dialettica con una risposta difensiva già decisa. Tutto ciò è facile a dirsi ma difficile a farsi, perché toglie sicurezza all’operatore: la soluzione pensata è quella di mettersi in gioco in maniera differente con ogni utente. Si è sempre teso a dare alla psichiatria tutte le categorie minori (disabili, epilettici, poveri…) fino ad utilizzare il controllo sociale.

Per quanto riguarda la simmetria tra psichiatra e paziente, se è presente troppa asimmetria si pone come complicata la creazione di un rapporto di aiuto. Particolare importanza ha anche il rapporto tra isolamento, rete sociale e stigma, che si sono posti come problemi congeniali all’istituzione manicomiale nel tempo. Si pensava che l’isolamento dal proprio ambiente sociale fosse una cura quando, in realtà, peggiorava la propria condizione psicologica e psichiatrica. La questione della rete sociale va posta in più ambiti, come quello del paziente e a livello sociale.

Tutte queste “idee” non sono state superate ancora, ma possono porsi come spunti di riflessione sui servizi.

Si possono ipotizzare due tipi di soluzioni per “cambiare le cose”, o almeno tentare: tenere aperte le contraddizioni oppure, dato che non si può vincere, cercare di convincere.

Il dott. Cozza ha parlato della chiusura degli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari), avvenuta con la legge 81/2014. Agli psichiatri è stata attribuita la responsabilità dei quattordici suicidi di persone in attesa delle REMS. Spesso mancano le risorse, non solo ai servizi ma soprattutto alle Regioni: purtroppo si è ancora al 3% dei fondi utilizzati per la salute mentale al posto del canonico 5%, con il risultato della depauperazione della sanità pubblica.

Il dott. Maci, direttore dell’SPDC dell’ospedale Sandro Pertini, si pone la questione “crisi psichiatrica o crisi istituzionale?”; ha proposto come soluzione tre atteggiamenti come l’alleanza terapeutica, l’assenza di giudizio critico e il mettere al centro il paziente.

È stato citato anche Pier Aldo Rovatti, altro allievo di Basaglia, con una sua frase pronunciata quasi 30 anni fa ma ancora valida: secondo quest’ultimo, bisognava concentrarsi sulle contraddizioni e sul fatto di come la follia sia un problema di tutti, oltre al pensare a cosa sia un soggetto e a come restituire la soggettività.

Le parole chiave, quindi, sono crisi, soggettività e contraddizione.

Il dott. Monacelli, direttore della UOC distretto 4, ha parlato dei servizi del territorio: CSM, Centro diurno (per le relazioni interpersonali) e comunità terapeutica “Urbania” che pone in atto un trattamento residenziale 24h/24, tutto in virtù del benessere degli utenti.

Secondo il dottore, la soluzione alla società tecnicista e misurabile al massimo è il concentrarsi sul soggetto senza istituzionalizzarlo, altrimenti si ricade nell’istituzione manicomiale. Sono stati fatti vedere due video del centro diurno “L’Aquilone”: uno con le scuole del territorio del quarto distretto e uno fatto di fotografie proprie delle attività del centro diurno stesso.

Vi sono state anche testimonianze di ragazzi ed operatori del servizio civile della comunità terapeutica Urbania della zona “Rustica”. Oltre a ciò, è stata raccontata anche l’esperienza di integrazione di una donna: rinchiusa prima al Santa Maria della Pietà, è stata successivamente “adottata” da un’altra donna dopo quarant’anni di reclusione, fino a vivere un’esistenza normale.

A seguire c’è stato un dibattito sulle argomentazioni proposte in precedenza.

In conclusione, l’incontro si è rivelato molto utile per approfondire la figura di Franco Basaglia e ciò che ci ha lasciato in eredità in ambito psichiatrico e non solo, avendo modo di conoscere aspetti che, spesso, non vengono approfonditi.