Giornata Mondiale della Salute Mentale. Al TgR Romens contro stigma e pregiudizio

Giornata Mondiale della Salute Mentale. Al TgR Romens contro stigma e pregiudizio

Nella ricorrenza della Giornata Mondiale della Salute Mentale, il Direttore dell’Asl Roma 2 Massimo Cozza è stato intervistato dal giornalista del Tg Regione. Guarda qui il video.

La prima questione posta è: si nasce con un disturbo psichiatrico o compare successivamente a un certo punto nella vita?

Di certo non si nasce con disturbi come la schizofrenia o la psicosi, ma dipende molto dai fattori sociali e psicologici, oltre che dall’ambiente in cui si vive e le relazioni che si intrattengono”, risponde il Direttore.

Per evitare disturbi come quelli sopracitati o la depressione, quindi, non bisogna isolarsi ed è necessario aprirsi al mondo, non stare da soli.

Altro stigma da smentire: chi ha disturbi mentali può lavorare? La risposta è sì dato che, con un giusto supporto, possono dare molto alla società. A tal proposito il dott. Cozza ricorda figure come Van Gogh e Alda Merini che hanno prodotto opere meravigliose, nonostante il loro disagio.

Ulteriori pregiudizi da sfatare: le persone che soffrono di disagi mentali sono pericolose e possono guarire?

In realtà, a meno che non la condizione non sia associata ad abusi in età infantile o sociali, le persone cosiddette “normali” possono essere pericolose tanto quanto chi ha un problema di salute mentale; soprattutto si può guarire con i giusti aiuti psicologici e psicoterapeutici.

#davicinonessunoènormale: è l’hashtag di Romens, oggi giunto alla sua ultima giornata della II edizione, che indica come non ci sia una divisione assoluta tra sani e malati. Anzi, è tutto un continuum che non lascia spazio a divisioni così nette.

Altro quesito rivolto al dott. Cozza riguarda il dopo pandemia, che ha causato un aumento di casi di malattie psichiatriche: “L’aumento c’è stato anche in virtù della solitudine provata dai giovani e giovanissimi, non essendo andati a scuola per esempio. I social, oltretutto, sono diventati “a-social”, nel senso che tendono a far isolare più che a unire: ciò ha causato problemi di autolesionismo, disturbi alimentari, depressione e tanto altro.”

L’augurio è di uscirne il prima possibile con i giusti sostegni, perché è un fenomeno che sta dilagando specialmente nei giovanissimi ed è necessario intervenire il prima possibile per cercare di arrestarlo.