Adolescenti e tecnologia: un rapporto controverso a misura di futuro

Adolescenti e tecnologia: un rapporto controverso a misura di futuro

Il tema della cosiddetta “generazione digitale” è controverso di per sé, e infatti è già stato affrontato in molteplici articoli da parte della nostra Redazione. Qui approfondiamo ulteriormente a partire dal una ricerca di Telefono Azzurro e BVA DOXA.

Troppo spesso gli adolescenti-se non i bambini! – passano tempo eccessivo davanti a uno schermo, specialmente senza la supervisione dei genitori. Quest’ultima condizione riguarda ben il 50% dei bambini esaminati, accedenti ad Internet senza che nessuno li controlli fin sotto i nove anni.

Il fulcro della loro esperienza digitale pare essere l’IA (Intelligenza Artificiale): quest’ultima sta trasformando le loro giornate sui social (specialmente per quanto riguarda TikTok e Youtube, nonostante il limite minimo di utilizzo a livello di età), esponendo giovani e giovanissimi a rischi maggiori rispetto ai benefici.

A quanto riporta la ricerca di Telefono Azzurro e BVA DOXA, il 74% degli adolescenti tra gli 11 e i 18 anni utilizza dispositivi connessi ogni giorno. Il Cyberbullismo e la manipolazione dei dati personali si pongono così come rischi attuali per questa giovane generazione. Ci sono già dati allarmanti: difatti il 41 % degli adolescenti ha ammesso di aver subito episodi di Cyberbullismo.

Un’altra minaccia recente è quella dei deepfake, ovvero di contenuti creati digitalmente e utilizzati per ledere la reputazione delle vittime.

Un rischio enorme è quello dell’isolamento sociale perché, a causa dell’utilizzo eccessivo di strumenti collegati ad Internet, i bambini/adolescenti potrebbero chiudersi a tal punto da non ricercare più il contatto con l’altro nella realtà.

E per quanto riguarda la protezione dei propri dati personali?

Purtroppo ci sono grosse lacune: solo il 27% delle scuole primarie prepara i bambini a difendersi dalle minacce del Web con corsi di educazione digitale, mentre gli altri che non ne usufruiscono sono lasciati allo sbando in questo senso. D’altra parte, solo il 18% dei giovani sa come tutelarsi da questo tipo di minacce, mentre ben il 72% ha paura che le proprie informazioni su Internet vengano rubate e manipolate.

In tutto questo mare di negatività, però, c’è anche del bene dato dall’ IA.

Grazie ad essa, gli studenti sono riusciti ad aumentare il proprio rendimento scolastico, in particolare negli ambiti scientifico e linguistico. C’è comunque necessità di una maggiore attenzione e studio dell’uso dell’IA nella crescita di questa “generazione digitale”, perché la premura non è mai troppa.

Concentriamoci ora su alcuni dati della ricerca DOXA e di Telefono Azzurro per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale.

La percezione di conoscere l’Intelligenza Artificiale da parte dei/delle 12- 18enni intervistati/e è elevata (94%). L’opinione sull’intelligenza artificiale degli/delle intervistati/e sembra essere nel complesso positiva. Solo il 7% negli ultimi 3 mesi non ha mai utilizzato prodotti/servizi basati sull’IA.

Un discorso a parte va dedicato a CHATGPT, la più famosa IA in circolazione al momento. Facendo una stima di 8 ragazzi su 10, si può osservare come la percentuale di coloro che la conoscano sia abbastanza alta. Un terzo degli studenti intervistati ammette di utilizzarla per i compiti scolastici (36%).

In conclusione, è bene educare questa “nuova generazione” ad un uso più consapevole di Internet e delle IA, specialmente per evitare spiacevoli sorprese e utilizzare questi mezzi nella maniera migliore possibile per la propria quotidianità e crescita.

 

Per approfondimenti clicca qui:

Navigare il futuro, 2024

Come i deepfake stanno trasformando il cyberbullismo

Generazione digitale: tra deepfake, cyberbullismo e consapevolezza digitale

 

Nel nostro sito:

Il nuovo utilizzo di internet nella Generazione Z: più noia e meno piacere di stare sui social

Il ritorno al passato delle nuove generazioni: quando la rivoluzione (ri)parte dai telefoni

Le dipendenze comportamentali nella Generazione Z: uno studio epidemiologico