Eugenio Borgna: lo psichiatria mite che contribuì a rivoluzionare la cura dei disturbi della mente

Eugenio Borgna: lo psichiatria mite che contribuì a rivoluzionare la cura dei disturbi della mente

Lo hanno definito lo psichiatra della gentilezza: Eugenio Borgna è morto il 4 Dicembre dopo una vita passata a testimoniare un approccio più umano alla malattia mentale: spesso per questo associato alla figura di Basaglia nell’impresa di trasformare l’approccio medico psichiatrico.

Borgna, negli anni 60, era stato infatti direttore del reparto femminile dell’ospedale psichiatrico di Novara; e qui, da subito, non aveva sopportato le pratiche di contenimento e di violenza a cui erano sottoposte le ricoverate: vietando quindi da subito l’utilizzo dei latti di contenzione.

Borgna è stato docente di Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Milano. La sua produzione bibliografica, vasta ed articolata, ha espresso la sua avversione ad ogni forma di schematismo e riduzionismo biologico dei processi mentali.

“Le malattie mentali non esistono, non si possono dimostrare. I farmaci sono al massimo adiuvanti. Conta molto di più interpretare i significati nascosti delle parole, le creature dell’anima”

Il suo ultimo libro, “L’ora che non ha più sorelle”, un lavoro sul suicidio femminile in particolare, sulla sua fenomenologia e sulla sua dimensione umana, è uscito a novembre con Einaudi.

Nel 2022 Borgna ha partecipato alla prima edizione di RO.MENS (il festival della salute mentale del Dipartimento di Salute Mentale della ASL RM 2) con una intervista curata da Gianluca Monacelli. L’intervista può essere vista sulle pagine di Rai Cultura

 

Per conoscere di più Borgna segnaliamo su YouTube il suo dialogo con Umberto Galimberti, che di Borgna è stato allievo prima che collaboratore.