I dati dell’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) del 2025 sui disturbi in infanzia e adolescenza mostrano una situazione preoccupante a livello globale e in Italia, con circa 1 adolescente su 7 (166 milioni) che presenta un disturbo mentale diagnosticato e oltre il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 14 anni di età e l’80% prima dei 19.
In Europa 1 bambino/adolescente su 3 non riesce ad accedere a cure adeguate.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) evidenzia che in Italia 1 minore su 5 è affetto da un disturbo neuropsichiatrico, mentre circa 2 milioni di bambini e ragazzi presentano importanti conseguenze sulla salute mentale, e sottolinea, dunque, l’importanza di intervenire precocemente fin dalla prima infanzia e favorire la continuità di cura dall’età evolutiva a quella adulta.
Ansia e depressione, tra i disturbi più diffusi tra i giovani, non sono più ombre rare ma ospiti fastidiosi che si insinuano nella quotidianità e nel modo di guardare il mondo. Negli occhi di bambini e adolescenti si nasconde un peso invisibile, un’inquietudine sottile, un peso sullo stomaco, un buio silenzioso che avvolge sere troppo lunghe.
A volte si manifestano come un cuore che batte troppo forte senza un apparente motivo, altre volte stanchezza che non passa, un forte senso di inadeguatezza che pervade, irritabilità, evitamento sociale, disregolazione emotiva, problemi di sonno, cambiamenti nell’appetito, calo nel rendimento scolastico; emozioni e sensazioni profonde e ingombranti, difficili da raccontare soprattutto quando non si hanno le parole per descriverle. E mentre i giovani cercano di restare a galla in un mare agitato, il rischio è che il dolore rimanga schiacciato e silenziato ma normalizzato e interpretato come una fragilità passeggera (L’esame diagnostico con il DSM-5 per bambini e adolescenti, Raffaello Cortina Editore, 2017).
Ansia e depressione non sono semplici ospiti indesiderati ma nascono dall’intreccio di pensieri, interpretazioni e convinzioni profonde. Per comprenderle meglio possiamo immaginare la mente come una sala di controllo, come nel film Inside Out: all’improvviso la porta della sala di controllo si spalanca ed una figura tremolante entra correndo, è Ansia. Ha una pila di fogli in mano pieni di liste infinite che cominciano con il classico “E se? E se oggi qualcosa va storto? E se succede qualcosa di brutto? E se non sono pronto/a?”.
L’ansia è come un sistema di protezione ipersensibile, nasce dall’idea che qualcosa di negativo possa accadere, una vera e propria minaccia imminente: un piccolo segnale si trasforma in una luce rossa che lampeggia o in una regia che proietta scenari ingigantiti, catastrofici e intollerabili. È così che il bambino o l’adolescente si ritrova con il cuore accelerato, mani sudate, sensazioni di pericolo addosso, tensione muscolare, mal di pancia, testa leggera, sensazione di non essere nel proprio corso, sudorazione, formicolio mani e piedi. Manifestazioni somatiche più che verbali (Ibidem).
L’ansia può comparire in tutte le tappe di sviluppo ma cambia forma e contenuto a seconda dell’età: dall’ansia da separazione verso la figura di riferimento si passa all’ansia scolastica e alla paura di fallire, all’ansia sociale derivata dal confronto con i coetanei e alle preoccupazioni circa i cambiamenti del corpo fino all’ansia da prestazione e a quella derivata dall’incertezza del futuro.
La mente è un luogo dove emozioni e pensieri collaborano, si influenzano e a volte entrano in conflitto.
La depressione, secondo la Psicoterapia cognitiva (Psicoterapia cognitiva. Comprendere e curare i disturbi mentali, Raffaello Cortina, 2021), non nasce dal nulla ma è il risultato di pensieri che erodono energia, speranza e fiducia: “non valgo niente”, “sono sbagliato/a” , “sono un fallimento” , “a nessuno importa davvero di me”, “gli altri mi giudicano e mi evitano”, “non cambierà mai nulla”. La depressione diventa una lavatrice che resta bloccata sempre sullo stesso ciclo: solo centrifuga. E allora i panni iniziano a girare dentro ad un’acqua fatta di tristezza, senso di colpa, paura di deludere, sensazione di vuoto e mancanza di motivazione. La percezione della perdita di un bene prezioso diventa sempre più ingombrante, come la realtà osservata da un filtro nero e scheggiato. La depressione non grida, sussurra. Toglie colore e fa sembrare lontane anche le cose più semplici.
Una griglia, sempre secondo la psicoterapia cognitiva, che potrebbe aiutare il genitore a osservare la presenza o assenza di questi fattori predisponenti e precipitanti della depressione sono: ambiente familiare ipercritico e performante, lutti e traumi non risolti, fenomeni di bullismo, impoverimento della rete sociale e gruppo dei pari, isolamento, incertezza identitaria, cambio repentino del rendimento scolastico, rifiuto o esclusione sociale, sovraccarico di responsabilità, calo di autostima, percezione di non riuscire a raggiungere gli obiettivi, clima scolastico percepito come non supportivo, stress continuo e autosvalutazione.
In questo caso è raccomandato rivolgersi a professionisti del settore sanitario, per non far sì che ansia e depressione si incrementino vicendevolmente e cronicamente.
E mentre le frasi “non sei capace..” ed “è vero non vale nemmeno provarci” cavalcano sempre di più, nella famosa sala di controllo di Inside Out, ansia e tristezza si passano il comando: uno prevede disastri e l’altro spegne la volontà di reagire.
Difronte a un aumento così significativo di ansia e depressione tra bambini e adolescenti, non basta limitarsi alla descrizione o alla diagnosi: non devono essere viste come fallimenti personali stigmatizzati, piuttosto interpretarle come una chiamata collettiva alla responsabilità.
Con una cassetta degli attrezzi emotiva, gli strumenti diventano essenziali per affrontare momenti difficili: la cassetta non elimina i problemi, non fa sparire la tristezza, non blocca l’ansia ma fornisce la possibilità di intervenire e non sentirsi in balia di ciò che succede dentro.
Ansia e depressione non sono capricci, non sono debolezze e non sono fasi da ignorare: sono segnali di un sistema emotivo che sta chiedendo aiuto.
La salute mentale è un bene comunitario e come tale richiede una risposta corale, condivisa e continua.
