L’esposizione fotografica “La salute mentale. Oggi”: un esperimento contro i pregiudizi

L’esposizione fotografica “La salute mentale. Oggi”: un esperimento contro i pregiudizi

L’esposizione fotografica “La salute mentale. Oggi”, curata del direttore artistico Francesco Zizola, è un vero e proprio percorso di decostruzione di idee e stereotipi che ancora troppo spesso vengono associati alla salute mentale.

La mostra collettiva, che si svolge all’interno della IV Edizione del Festival della salute mentale RO.MENS e conclude il concorso per fotografie inedite riguardanti le tematiche dell’inclusione sociale e del pregiudizio in salute mentale Fotograf@Mens, è visitabile fino al 12 ottobre 2025 presso la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea (GNAMC) a Roma.

Lo stesso curatore definisce la mostra un esperimento semplice e radicale: una intera sezione degli  scatti esposti è costituita da autoritratti di utenti, terapeuti e volontari del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Roma 2, ottenuti attraverso uno schermo posto sulla macchina fotografica, in modo da simulare uno specchio.

 

Autoritratti di utenti, terapeuti e volontari del DSM-DP dell’ASL Roma 2

La pluralità dei formati scelti per l’allestimento guidano lo sguardo dello spettatore, spingendolo ad avvicinarsi o allontanarsi dall’immagine: si passa da fotografie di dimensione più piccola e sistemate una accanto all’altra, per cui l’occhio deve avvicinarsi e scrutare da vicino per riconoscere i volti, ad altre più grandi che avvicinano il soggetto fino ai limiti dell’introspezione.

“Le fotografie, tutte diverse e tutte simili, raccontano un’unica verità:

lo specchio ci riguarda, tutti”

 

Con queste parole il fotografo Zizola riassume il senso profondo di quella serie di fotografie che l’osservatore è portato a guardare, senza sapere se la persona ritratta sia un paziente o meno. Si scardinano così i pregiudizi, a favore di una salute mentale che sia inclusiva e non stigmatizzante. Attraverso lo specchio avviene la ricerca di quell’identità autentica che l’essere umano ha in quanto tale, senza la necessità di indossare maschere. Un lavoro simile è stato fatto del fotografo Carlo Ferrara, partecipante e finalista di Fotograf@Mens, che ha dedicato una parte consistente della sua ricerca artistica agli autoscatti.

Fotografia di Carlo Ferrara

All’interno del percorso è possibile realizzare il proprio autoritratto in una stanza partecipativa: così l’esperimento si estende alla collettività. Le fotografie dei visitatori sono esposte in un corridoio che collega la prima stanza, dove sono ospitati gli scatti del progetto, ad un secondo spazio in cui si possono ammirare le opere dei finalisti del concorso.

Autoritratti dei visitatori nella stanza partecipativa

È più l’essere che non l’apparire… non ci sono da una parte i diversi e dall’altra i normali”, afferma il Direttore Massimo Cozza del DSM-DP – Dipartimento Integrale di Salute Mentale Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e delle dipendenze patologiche – all’evento conclusivo del festival RO.MENS, tenutosi il 7 ottobre nella Sala Protomoteca del Campidoglio. Si smantella l’idea che la fragilità e il disagio siano da marginalizzare, mentre si rafforza il concetto di umanità, società e inclusione, all’interno di un mondo – quello della Salute Mentale – che riguarda ognuno di noi.

Fotografie finaliste

 

Durante la giornata del 7 ottobre è stata inoltre premiata la fotografia “Infinito Eterno Istante #1” di Michele Coccioli, architetto pugliese. L’opera, per lo stesso autore, rappresenta “Un’atmosfera onirica dove sono i propri pensieri, lo stato d’animo e l’identità sono la centralità dell’immagine. Comunicando che i sentimenti e le situazioni umane… accompagnano da sempre il comportamento umano. E come anche la cosiddetta follia sia una dimensione umana”.

Infinito Eterno Istante #1

 

La macchina fotografica diventa così un mezzo per denunciare e, allo stesso tempo, creare una società in cui ogni individuo abbia la propria dignità. Il concorso, insieme alla mostra, ha reso l’arte fotografica un modo per accogliere e promuovere una cultura orientata all’integrazione della diversità, che salvaguardi la salute mentale delle persone.