Le vacanze di Natale sono alle porte: vengono considerate come un periodo di stacco dalla routine, e a volte la pausa riguarda anche le terapie. L’impatto di quest’ultima interruzione è decisamente più forte per le persone che vivono una difficoltà mentale.
Quindi ci chiediamo: come vivono questo periodo le persone più fragili e sensibili quando il periodo natalizio è universalmente riconosciuto come “felice”? Qui si parla in particolare di persone che passano le vacanze in solitudine mentre sono in condizione di sofferenza mentale.
Nonostante lo status di periodo “felice”, quest’ultimo può rivelarsi una vera zavorra da portare sulle spalle. Non è solo un momento di ricordi, ma anche di forte solitudine che è necessario combattere da sé, se non si ha a disposizione la vicinanza di amici e familiari.
Secondo la ricerca intitolata “The Christmas Effect on Psychopathology”, a cura di Randy A. Sansone e Lory A. Sansone, che studia gli effetti del periodo natalizio sulle persone con difficoltà mentali, durante le feste di fine anno si registra un incremento degli episodi di autolesionismo e fenomeni attinenti, anche a causa della solitudine vissuta. Le fonti utilizzate per la ricerca sono state individuate in PubMed e PsycINFO, nel periodo che va dal 1980 a oggi, per la zona degli Stati Uniti e il Canada: le parole chiave cercate sono state Natale, suicidio, depressione, disturbi psichiatrici e comportamento autolesionista. I principali motivi che portano i pazienti a soffrire di queste patologie durante il periodo natalizio sono la solitudine (40%) e il non avere una famiglia (38%).
Se questa è una ricerca ampia e sistematica, non è però l’unica. Richiamiamo qui alcune tra quelle quelle più stimolanti.
Per quanto riguarda l’abuso di sostanze, in uno studio spagnolo del 2007 di Vidal-Infer è stato sottolineato come, al contrario dell’alcool, durante le festività invernali è la cocaina la sostanza più utilizzata alle cene aziendali. La ricerca è stata condotta in 13 ristoranti nelle zone di Alicante e Valencia, notando come siano i più giovani ad “iniziare” i colleghi più anziani all’uso di sostanze stupefacenti.
Una ulteriore ricerca di Friedberg, al contrario, rivela come nel periodo natalizio non ci sia un aumento delle psicopatologie, quanto piuttosto dei sentimenti di tipo disforico. Il periodo successivo a quello delle vacanze si pone come estremamente difficile da trascorrere per le persone con fragilità di tipo psichico.
Antonello Veltri, membro del comitato scientifico della Fondazione BRF Onlus, spiega che, secondo il National Institute of Health, si possa parlare anche di disturbo affettivo stagionale (SAD). Alcuni sono tristi pensando a relazioni ideali che vorrebbero avere, altri invece per il sentimento di inadeguatezza che percepiscono all’interno della propria vita.
Di SAD e Christmas Blues si parla anche sottolineando che i sentimenti maggiormente presenti all’interno di questo disturbo sono le sensazioni di impotenza, ansia e solitudine, dati principalmente dalla credenza che gli altri rispetto a sé avrebbero passato del tempo di qualità.
Con i mesti risultati di queste ricerche, non ci resta che augurarci che, anche chi è in difficoltà, possa trovare risorse per passare questo periodo nel modo più tranquillo possibile.
