I social, ormai, fanno parte della quotidianità di ognuno: che sia un’applicazione di incontri, un social come Facebook o come Instagram, si è “bombardati” da una serie di stimoli che, alla lunga, non si sopportano e/o creano dipendenza.
Anche il fatto che grandi società come Amazon o Google propongano sempre gli stessi annunci e/o pubblicità sui social stessi può essere motivo di fastidio.
È sempre stato così, almeno per le Generazioni dei Millennials e Z? Oppure ci sono delle differenze?
Dalle ricerche si evince -tanto per fare un esempio- che la Gen Z pone maggiore attenzione ai contenuti che sono pubblicati sulle varie piattaforme social: editano, scelgono con cura il contesto e molto altro. Praticamente tutto il contrario dei Millennials, occupati in altre passioni che non siano i contenuti da postare e trascorrenti meno tempo sui social rispetto alle altre generazioni che sono arrivate dopo.
Torniamo però al focus dell’articolo: la noia che prende l’utente mentre usa le piattaforme su Internet. È un fenomeno sempre più diffuso, anche a partire dal tempo trascorso sulla Rete, come si può leggere dallo studio della ricerca McKinsey.
Per quanto riguarda il commercio elettronico, invece, è cresciuto del 46% dal 2020 al 2021, principalmente grazie alla segregazione da Covid; nel 2024, al contrario, è calato.
Ci può essere un collegamento tra la “noia da Internet” e la chiusura di migliaia di edicole, con la conseguente diminuzione della stampa dei giornali et similia? A quanto pare sì, ma è ancora troppo presto per dirlo, anche secondo gli psicologi che hanno studiato il fenomeno sui giovani nati tra il 1997 e il 2012.
Un augurio sarebbe quello di passare meno ore sugli schermi e più ore all’aria aperta, come se fosse un buon proposito fatto con il nuovo anno. Chissà che non ci si riesca, a lungo andare, magari con le generazioni che verranno.
Un altro fenomeno dello stesso segno, molto in voga da fine Dicembre 2024, si è fatto strada sui social e in particolare su Tik Tok: la “no buy challenge”, “creata” per disincentivare le spese superflue e non necessarie. Molti youtuber ne hanno parlato, esponendo anche un catalogo di regole per parteciparvi: c’è, ad esempio, la regola di non comprare vestiti, libri, accessori o prodotti di bellezza di cui non si ha necessità, al fine di risparmiare denaro utile per altre questioni più importanti.
È singolare che, mentre si moltiplicano le petizioni che segnalano la pericolosità delle challenge su Tik Tok, se ne avvii una che punta a liberare le persone da un comportamento compulsivo.
Tutto dipende da come si possa considerare questa sfida: è una buona idea oppure è soltanto l’ennesima moda del momento? Si vedrà col tempo, al momento è ancora presto per dirlo.
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