Per i giovani, la transizione da un servizio di salute mentale per adolescenti ad uno per adulti porta un fortissimo rischio di venire dimenticati dal sistema e di non riuscire a portare a termine un corretto passaggio, anche se necessario.
Uno studio pubblicato sul BMJ Mental Health evidenzia che in Italia solo il 12% delle transizioni avviene con successo: il valore più basso in Europa.
L’indagine, che ha l’obiettivo di monitorare la transizione dei giovani ai servizi sanitari per adulti, analizza le statistiche di successo e fallimento attraverso le lenti di genere, nazionalità, tipo e gravità di diagnosi e anni in cui si è stati seguiti dal servizio di salute mentale per minori, oltre ai tentativi di suicidio.
Lo studio, che include dati dalle nazioni Belgio, Croazia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito, sottolinea un dato drammatico: dei 488 partecipanti, 336 risultano essere persi nel passaggio, mentre solo 152 hanno fatto la transizione dal servizio per adolescenti a quello per adulti.
Secondo questa analisi, risulta che i pazienti con disagio mentale più grave hanno una percentuale più alta di successo nella transizione, ma anche dopo una transizione positiva i pazienti risultano seguiti di meno di come erano seguiti nel servizio di salute mentale per minori.
Tra gli altri fattori predittivi appaiono significativamente correlati ad una maggiore continuità della relazione terapeutica il fatto di aver ricevuto cure in regime di ricovero piuttosto che ambulatoriale o comunitario, ed in particolare aver subito un ricovero di emergenza. Non sembrano invece significative altre variabili tra cui si considera il rapporto con il sistema giudiziario.
In Italia si è parlato di questo argomento nel convegno del 2024 “Dall’età evolutiva all’età adulta: transizione e tutela della salute mentale percorsi interdisciplinari e presa in carico” realizzato da Fondazione Onda e SINPF – Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, in collaborazione con Regione Lombardia.
“La maggior parte dei disturbi dell’adulto sono la continuazione di quadri anche sottosoglia del bambino o dell’adolescente, che spesso esordiscono con sintomi che possono essere diversi da quelli dell’adulto.”
Per questo le cure tempestive sono importanti, ma altrettanto importante è il giusto accompagnamento del giovane all’età adulta, cosa che in questo momento sta avvenendo in percentuale troppo ridotta.
Uno studio di riferimento per capire la gravità della situazione italiana è quello, realizzato in Emilia Romagna, che ha raccolto i dati di tutti gli adolescenti dai 16 anni in su che dal 2010 al 2013 sono stati seguiti dal servizio di salute mentale per giovani ed adolescenti.
Dal campione di 8239 ragazzi, 821 (19.4 %) hanno fatto una corretta transizione al servizio per adulti. Anche in questo studio risulta che diagnosi più gravi (schizofrenia, disordini della personalità e dello sviluppo) portano ad una percentuale maggiore di successo nel passaggio alle cure per adulti.
La carenza sanitaria che molti giovani vivono durante questo difficile periodo di transizione è un sintomo della difficoltà degli utenti di accedere ai servizi sanitari di salute mentale, e di quanto sia necessario migliorare la rete di supporto, in questo momento troppo larga, per non abbandonare i cittadini caduti dalle maglie.
Approfondimenti
Lo studio pubblicato su BMJ Mental Health
Studi Italiani sullo stesso tema:
