Educazione sessuo-affettiva nelle scuole: cosa sta succedendo in Italia e perché è importante

Educazione sessuo-affettiva nelle scuole: cosa sta succedendo in Italia e perché è importante

Educazione sessuo-affettiva nelle scuole. Cosa sta succedendo in Italia?

Il giorno giovedì 16 ottobre 2025 è stato approvato in commissione Cultura della Camera un emendamento al DDL Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico, presentato dalla Lega, che vieta a “figure esterne” e “attivisti ideologizzati” di svolgere attività didattiche riguardanti l’educazione sessuo-affettiva anche nelle scuole secondarie di primo grado. In quelle primarie il divieto era già in atto: il tema può essere affrontato solo da un punto di vista biologico e riproduttivo. Nelle scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori) i genitori degli alunni dovranno inoltre essere informati sui libri di testo adottati e sul programma da affrontare.

L’Italia è rimasta uno degli ultimi paesi europei in cui l’educazione affettiva e sessuale non è obbligatoria. Secondo il rapporto Global Education Monitoring Report-GEM dell’UNESCO, l’Italia è tra i pochi stati membri in cui per questo insegnamento non è previsto alcun tipo di programma. È l’UNESCO stessa a ricordare che il diritto a questa educazione è un diritto alla salute e allo stesso tempo è fondamentale per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere – che è anche e soprattutto uno degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Reazioni e critiche

Non mancano perciò le critiche da parte delle opposizioni che definiscono il gesto come un “ritorno al Medioevo” e una “deriva oscurantista della scuola”.

Non sono solo i partiti politici ad essere in disaccordo sulle nuove linee guida, al contrario diverse figure si sono mosse contro le decisioni del governo. Otto ordini di psicologi hanno espresso il loro dissenso: gli Ordini di Emilia-Romagna, Basilicata, Campania, Lazio, Abruzzo, Veneto, Puglia e Sicilia. Con queste parole la presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Maria Antonietta Gulino, si rivolge al governo «Vietare, seppure idealmente a tutela dei minori, l’educazione sessuale, affettiva o etica nelle scuole può costituire un pericoloso ostacolo allo sviluppo sessuale, affettivo e relazionale di bambine, bambini e adolescenti.

In oltre cento città del paese si sono tenuti comizi in cui sindacati, associazioni ed enti del Terzo settore della scuola e del mondo educativo, parte del Tavolo nazionale per la scuola democratica si sono riuniti per chiedere al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “il ritiro delle linee guida”.

In risposta alle accuse il Ministro ha rilasciato un’intervista alla Stampa in cui afferma che “l’educazione sessuale, in senso biologico, è ampiamente prevista” e che l’obiettivo del divieto è chiaro: i bambini non devono affrontare temi legati all’identità di genere, non devono essere indottrinati secondo le “teorie gender”.

Ma cos’è in realtà l’educazione sessuo-affettiva?

Secondo l’organizzazione Save The Childreneducare alla sessualità e all’affettività significa promuovere la conoscenza e la consapevolezza delle proprie emozioni per riconoscerle e imparare a gestirle”. L’UNESCO e l’OMS raccomandano programmi di Comprehensive Sexual Education (CSE) come strumento fondamentale per prevenire la disinformazione e contrastare episodi di violenza di genere e cyberbullismo.

Non si tratta perciò di spinta verso un’”ideologia gender” o di un “indottrinamento LGBT” ma di insegnamenti fondamentali per i bambini e ragazzi, soprattutto durante la pre-adolescenza e la pubertà. Si tratta di riconoscere l’importanza del dialogo su vari temi, tra cui quelli delle emozioni, la corporeità, l’affettività e la sessualità. Si incrementano le capacità riflessive sui propri stati affettivi e sui modelli di relazione, si aumenta la consapevolezza di sé e di una sessualità globale che non includa solo l’aspetto biologico ma anche quello psico-affettivo e socio-relazionale (Save The Children; Educazione sessuale e affettiva: perché è importante a scuola).

La scuola non dovrebbe impartire solo nozioni teoriche ma anche e soprattutto insegnamenti utili ad affrontare la vita e il mondo adulto. Cercare di limitare questa funzione si traduce in un tentativo di censura della realtà che ci circonda. L’educazione sessuale e affettiva, tra le altre cose, insegna a rispettare il consenso, ad essere in grado di parlare delle proprie emozioni e ad avere una relazione sana con gli altri e con la propria sessualità.

Significati e conseguenze

Precludere la possibilità che le lezioni vengano tenute da professionisti ed esperti vuol dire negare allo studente il diritto di ricevere informazioni coerenti e fedeli alla realtà. Informazioni che acquisirà lo stesso nel corso della sua vita in modi più o meno opportuni. Le conseguenze di ciò sono facilmente prevedibili – specialmente in un paese in cui avvengono più di 100 femminicidi all’anno.

L’educazione sessuale e affettiva, che nei paesi nordici è stata inserita nelle scuole circa 50 anni fa, in Italia sembra ancora un obiettivo lontano o un argomento tabù. Si tratta di formare adulti consapevoli e soprattutto in grado di gestire le emozioni. L’essere umano ha estremamente bisogno, soprattutto in questo periodo storico, di tornare in relazione con sé stesso e con gli altri.