Adolescenti interrotti. Come arginare il rischio per la salute mentale prima che sia tardi

Adolescenti interrotti. Come arginare il rischio per la salute mentale prima che sia tardi

Vi sono storie come quella di Camilla, che ha un disturbo d’ansia abbastanza importante e una difficoltà di confronto con gli altri che la limitano; quelle di altri ragazzi che soffrono di schizofrenia, autolesionismo e altre difficoltà, che comunque ci riguardano.

Caso rilevante è stato quello di un’adolescente che, in pieno settembre e col caldo romano ancora in toto, è andata a visita con una maglia a maniche lunghe; quando, su suggerimento  del medico, l’ha tolta, ha rivelato i segni di un autolesionismo già presente da mesi. La madre di questa ragazza, spaventata, ha ricevuto una lapidaria risposta da quest’ultima: “Ci serviva lui per farti accorgere di quello che passo da tempo”.

Nel pomeriggio del 21 maggio, presso la libreria Erickson di Roma, è stato presentato l’ultimo libro di Stefano Vicari, Adolescenti interrotti, edito da Feltrinelli. In questo libro sono descritte storie raccontate all’autore in prima persona, essendo quest’ultimo primario del reparto di neuropsichiatria infantile del più grande polo ospedaliero pediatrico d’Europa, il Bambin Gesù di Roma.

L’incontro, della durata di un’oretta circa, ha esplorato i temi del libro e ha infine dato voce alle domande del pubblico, in particolare di medici e genitori.

Il professor Vicari ha esposto come, negli ultimi quindici anni, vi sia stata una crescita esponenziale di casi critici nell’ambito della salute mentale, fino a far raggiungere ai ricoveri psichiatrici in età pediatrica (bambini e adolescenti) il terzo posto nella classifica della tipologia di trattamento in pronto soccorso o DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione).

Discorso particolare merita quello sull’ansia, che ha occupato buona parte del dialogo tra l’autore, la moderatrice e il pubblico. Purtroppo quest’ultima tende, ormai, a svilupparsi a partire dall’età infantile e scolastica: ad esempio, un bambino che soffre di sintomi fisici prima di andare a scuola per poi dire “non voglio più andarci”, sarà propenso a sviluppare più in là un principio di depressione o di altro genere inerenti la salute mentale.

Ma cosa c’è dietro il sintomo? Ci sono comunque un ragazzo o una ragazza che affrontano il periodo più vulnerabile e difficile come quello dell’adolescenza. Si tende ad associare, come riportato anche dal prof. Vicari, l’aumento della sintomatologia negli adolescenti al periodo della pandemia da Covid-19, ma è davvero solo questo?

Sicuramente concorre una predisposizione familiare, ma siamo davvero certi che la sofferenza e il disagio giovanile non possano essere anche una risposta ad una società che n0n vuole o non sa ascoltarli? Sappiamo quanto conti la pressione di essere, ad esempio, sempre performanti, di essere sempre felici, di non fallire mai, di nascondere i sentimenti per paura di eventuali reazioni e/o giudizi. Il rischio, altrimenti, è quello di una iperconcentrazione sul sintomo, perdendo di vista il focus delle emozioni.

Forse siamo troppo abituati a parlare di sintomi e non di persone, di difficoltà e non di limiti. Dimentichiamo che gli adolescenti, i bambini, hanno bisogno di esempi validi da seguire, punti di riferimento cui affidarsi, che insegnino loro come ritrovarsi quando ci si perde nel tumulto delle emozioni, per imparare a dargli una direzione e un significato.

È un libro per chi si interessa all’ambito psicologico e della salute mentale di bambini ed adolescenti, oltre che essere un ottimo spunto di riflessione per professionisti, insegnanti e genitori.